Creazioni intrise di fascino ed eleganza, indossate molto spesso da personaggi dello star system. Carlo Pignatelli è tra le firme più importanti degli abiti da cerimonia, soprattutto maschili, dal sapore raffinato e senza tempo. È stato definito il ‘Re degli sposi’. Tra le ultime celebrities della griffe ci sono Achille Lauro e Raphael Gualazzi.
Nel 2018 Carlo Pignatelli ha festeggiato il cinquatesimo anniversario della nascita dell’azienda, con sede a Torino. Un cammino lungo, in cui il grande couturier ha saputo attualizzare la sua haute couture. In occasione della Giornata Mondiale della Terra, il 22 aprile, la maison lancia “Dream Green”. Una sfida verde in cui 30 alberi daranno vita alla prima foresta Carlo Pignatelli con l’obiettivo di contrastare l’impatto dell’uomo sul pianeta, il cambiamento climatico e gli eccessi dell’effetto serra. Alcuni di questi alberi sono stati regalati ai followers che, attraverso i social e l’hashtag #DreamGreen, hanno raccontato la loro idea di un “mondo green”. Il percorso orientato alla sostenibilità terminerà con una capsule bridal dedicata.
Intervista esclusiva Velvet Mag a Carlo Pignatelli
Maestro, come nasce l’idea del progetto “Dream Green” e degli alberi della “Foresta Pignatelli”?
Ho deciso di impegnarmi in quella che è la sfida del nuovo secolo, ovvero l’adozione di comportamenti etici e sostenibili. Solo rispettando l’ambiente, rispettiamo anche il genere umano. Una situazione che si è resa una necessità soprattutto nell’attuale momento di pandemia che, in qualche modo, è legato al nostro stile di vita, che sfrutta in modo sempre più irragionevole le risorse del nostro pianeta. Le aziende del comparto moda, che è uno dei settori più inquinanti e meno sostenibili che ci siano, devono necessariamente adottare delle pratiche che riducano l’impatto sull’ambiente e trasformare la loro filiera nella maniera più virtuosa possibile, trovando soluzioni sempre più green. La maison ha adottato 30 alberi in Camerun, in Kenya e in Honduras. Di questi 30 alberi alcuni sono stati regalati ai followers che, attraverso i social e l’hastag #DreamGreen, hanno raccontato la loro idea di un “mondo green“.
Persino uno studio condotto dall’Università di Harvard sostiene che ci sia una correlazione tra mortalità da coronavirus e l’inquinamento da polveri sottili. L’aspetto green di cui è promotore nasce proprio da questa considerazione?
La riflessione alla base del progetto è proprio quella di adottare dei comportamenti responsabili anche e soprattutto dal punto di vista produttivo, per fare in modo che l’attività di ogni singola azienda impatti il meno possibile sull’ambiente. L’equilibrio del nostro pianeta è stato compromesso da anni da azioni irresponsabili. L’emergenza attuale non può che essere la dimostrazione che sia necessario invertire la tendenza e avere finalmente rispetto del pianeta.
La fibra rinnovabile Sorona
È la prima volta che la sua Maison utilizza materiali sostenibili per la collezione bridal? Ha intenzione di proseguire in questa direzione anche in futuro?
Già nella collezione Cerimonia 2020 abbiamo presentato un abito che utilizza una fibra brevettata, la “Sorona”, ottenuta dalla fermentazione del glucosio e dalla lavorazione dei semi di mais. Il filato Sorona® è composto per il 37% da fonti rinnovabili e questo fa sì che durante il processo di produzione si abbia una diminuzione del 37% del consumo di energia e una riduzione del 63% delle emissioni di CO2. È stato un primo esperimento. Visto il successo ho deciso di continuare su questa strada ampliando la ricerca. Ho applicato sempre soluzioni il più virtuose possibili e accorgimenti che, poco per volta, possano portare a un’intera filiera produttiva green, che investa ogni singolo aspetto; dai tessuti alla produzione, fino al packaging per intenderci.
La moda rallenta i ritmi di presentazione
Armani ha dichiarato che non si può pensare solo al profitto e che la moda deve rallentare i ritmi per ripartire, soprattutto l’haute couture rispetto al fast fashion. Cosa ne pensa al riguardo? Anche lei adotterà una modalità meno frenetica rispetto a prima nel svelare le sue collezioni?
Armani ha dato voce a un sentimento comune e a una necessità di rendere meno veloce un’industria che rischia di snaturarsi, oltre che di creare gravi problemi all’ambiente. Mi auguro che le sue parole servano per portare avanti un cambiamento necessario nel settore moda. Io è da tempo che predico il ritorno a un modello più sano anche per l’haute couture. Il settore gode di tempistiche meno frenetiche causate dal grande lavoro che ogni singolo capo, che è di fatto un bene di lusso, contiene e che non può essere creato con le logiche del fast fashion.
Il Made in Italy grande risorsa per la moda
Il settore moda è stato duramente colpito dalla pandemia. Quale formula adotterà per incentivare gli acquisti?
È nostra volontà stare vicino agli atelier e ai nostri clienti, l’importante è non farsi prendere dall’ansia. Noi e i nostri store siamo e saremo sempre pronti a fornire tutta l’assistenza e la consulenza per rendere l’acquisto un’esperienza unica e sempre più etica. Il nostro valore aggiunto, che oggi è più che mai riconosciuto dalla nostra clientela, è il Made in Italy. Solo insistendo su questa caratteristica distintiva e rendendola un punto di forza sarà possibile far ripartire l’economia del nostro amato paese.
Carlo Pignatelli è favorevole alle sfilate via streaming
Si paventa l’ipotesi di inviare via streaming le immagini delle nuove collezioni, cosa pensa di fare?
Siamo pronti per questa nuova modalità! A dire il vero lo eravamo già da qualche tempo. A questo punto direi che possiamo e dobbiamo partire con questo progetto che rappresenta la soluzione migliore sotto ogni punto di vista. Sicurezza del singolo e rispetto per l’ambiente, non includendo lo spostamento di persone e merci, che sfrutta la tecnologia in modo virtuoso e la rende un valore aggiunto.
L’abito di Achille Lauro all’asta
Ha messo all’asta, tramite Charity Stars, lo smoking che ha realizzato per Achille Lauro in occasione del Festival di Sanremo 2019, al fine di raccogliere dei fondi per i posti in terapia intensiva. È rimasto soddisfatto dalla vendita?
Guardi, sono davvero contento del successo di questa azione che mi è sembrata più che doverosa in un simile momento. Volevo fare qualcosa di utile, ma anche di bello, in linea con la mia filosofia. Mi è sembrata questa l’intuizione giusta. Ne approfitto per ringraziare Charity Stars per il suo prezioso lavoro e Achille Lauro per avere sostenuto il progetto. Tanti piccoli gesti possono fare la differenza, non scordiamolo mai.
Raphael Gualazzi al Festival di Sanremo con il look Carlo Pignatelli
In occasione dell’ultimo Festival di Sanremo ha vestito invece Raphael Gualazzi con diverse mise. Come è stato collaborare con Gualazzi e prima ancora con Lauro?
Lavorare con questi artisti è stata davvero un’esperienza straordinaria, non solo dal punto di vista professionale, ma anche e soprattutto dal punto di vista umano. Due cantanti caratterialmente e musicalmente molto diversi, ma entrambi dotati di una professionalità e di un’umanità rare. Quando diverse forme di arte, come la moda e la musica, si incontrano nascono delle collaborazioni indimenticabili come quelle con Achille e Raphael.
La nuova collezione Pignatelli: un inno alla bellezza
Lo stile Carlo Pignatelli da sempre è sinonimo di raffinatezza grazie agli abiti dalle linee impeccabili. Come sarà il mood della nuova collezione? Ci può svelare qualche dettaglio?
Vi svelerò giusto qualcosina per non rovinarvi la sorpresa. Con il mio ufficio stile siamo partiti dal concetto di “bellezza” e l’abbiamo esplorato seguendo diverse declinazioni. La bellezza è un fiore che va coltivato con grazia e va protetto, curato, esaltato in ogni sua forma. Questo si traduce nella cura che caratterizza la creazione di ogni singolo abito che, come una preziosa opera d’arte, deve custodire la magia della creazione e amplificarla. Mi sembra che ultimamente ci si sia concentrati solo su un aspetto troppo effimero della bellezza, a discapito di un concetto più profondo e intimo, che affonda le sue radici nella storia dell’uomo e che è fondamentale recuperare.
Carlo Pignatelli: 50 anni di successi
Ha festeggiato due anni fa un anniversario molto importante: il cinquantesimo anno di nascita della sua azienda. Quanti sacrifici l’hanno portata ad arrivare a questo mirabile traguardo? Ci sveli la formula del suo straordinario successo!
Sacrifici? Guardi, ad oggi non riesco a vederli come sacrifici, ma come passaggi necessari che mi hanno portato a essere lo stilista e, in primis, l’uomo che sono oggi. Sicuramente ci sono stati momenti difficili, ma senza questi non avrei mai apprezzato tutti quelli belli, che fortunatamente, sono stati e sono tutt’ora numerosi. Niente accade senza lavoro e senza passione. Ho avuto la fortuna di potermi dedicare a una professione straordinaria, che non smette mai di darmi soddisfazioni e di farmi crescere.
Lo stile Pignatelli in continua evoluzione
Come si è evoluto il mondo del wedding in questi anni a livello di richieste da parte della clientela?
Il mondo del wedding è in continua evoluzione, impossibile limitarsi a riassumerlo in poche parole! Ma il bello del mio lavoro è proprio questo: stare al passo con i tempi e, soprattutto, prevedere e indirizzare i nuovi cambiamenti senza dimenticare le radici. È una sfida giornaliera appassionante e vitale della quale è impossibile fare a meno.
Il cambio d’abito per la cerimonia
È favorevole al cambio d’abito durante il ricevimento? Sia per la sposa che per lo sposo? O solo per lei?
Ovviamente è una scelta molto personale, ma perché no? In fondo in quel giorno entrambi i protagonisti hanno il diritto di fare tutto quello che vogliono per rendere il giorno del matrimonio il momento più bello della loro vita.
Quali sono i mercati esteri a cui si rivolge il brand?
Sicuramente l’Europa, ma a me è sempre piaciuto pensare che le collezioni non avessero confini di etnia, religione o lingua. La mia moda deve arrivare dove c’è un pubblico che possa apprezzarla e sentirsi a suo agio indossandola.
Infine come sta vivendo il lockdown a Torino? Che sensazioni prova?
Vivo tranquillo dedicandomi al lavoro, tra una conference call e l’altra, un bozzetto e mille telefonate. Cerco di rendere il più piacevole e positiva possibile questa nuova situazione di emergenza e di non lamentarmi per quello che è un piccolo ma necessario sacrificio. Tutto questo senza dimenticare i momenti di piacere. Con il mio team creativo di sei ragazzi e ragazze abbiamo anche organizzato una gara ai fornelli via Skype! Anche i colori, gli ingredienti e i sapori in cucina favoriscono il flusso della creatività, che è poi il “pane” del nostro mestiere.
Elena Parmegiani