Coronavirus, mascherine sul posto di lavoro: come vanno usate
L’Inail (Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro) ha pubblicato il documento tecnico sulla fase due dell’emergenza coronavirus. Nel documento sono contenute le misure di contenimento e prevenzione sui luoghi di lavoro.
Mascherina chirurgica
La pubblicazione sottolinea che “vanno mappate tutte le attività, prevedendo per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l’utilizzo di una mascherina chirurgica”. La mascherina è “raccomandata” in ogni caso. Anche all’interno dei mezzi pubblici. Oltre, naturalmente, al distanziamento sociale.
“Emergenza globale”
“L’attuale emergenza sanitaria correlata alla pandemia da SARS-CoV-2 – si legge nella prefazione firmata dal direttore generale, Giuseppe Lucibello e dal presidente, Franco Bettoni – rappresenta una situazione di emergenza globale, sociale e del lavoro. La pubblicazione, approvata dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) istituito presso la Protezione Civile, al quale Inail partecipa con un suo rappresentante, è composta da due parti”.
Fonti di contagio al lavoro
“La prima riguarda la predisposizione di una metodologia innovativa di valutazione del rischio”. La quale, è scritto nel documento, “tiene in considerazione il rischio di venire a contatto con fonti di contagio in occasione di lavoro, di prossimità connessa ai processi lavorativi. Nonché l’impatto connesso al rischio di aggregazione sociale anche verso terzi.”
“Organizzare la prevenzione”
La seconda parte “si è focalizzata sull’adozione di misure organizzative, di prevenzione e protezione, nonché di lotta all’insorgenza di focolai epidemici“. “L’adozione di misure graduali e adeguate attraverso un nuovo modello organizzativo di prevenzione partecipato, consentirà – conclude la prefazione – in presenza di indicatori epidemiologici compatibili, il ritorno progressivo al lavoro”.
Dispositivi di protezione
Via libera, intanto, a 62 dispositivi di protezione individuale (Dpi) su 1.700 esaminati. L’elenco è online sul portale dell’Inail e riguarda occhiali, visiere, semimaschere, indumenti di protezione, guanti e calzari validati positivamente dall’Istituto in attuazione del decreto Cura Italia, che ha attribuito questa funzione all’Istituto in via straordinaria fino al termine dell’emergenza Covid-19, in deroga alle procedure ordinarie.
Una task force ad hoc
La lista, spiega una nota, si riferisce esclusivamente ai Dpi validati dall’Inail sulla base della documentazione trasmessa dal produttore/importatore. Alla data del 20 aprile, l’Inail, su un totale di 3.012 messaggi di posta elettronica certificata, ha processato a livello tecnico circa 1.700 pratiche, 62 delle quali sono state validate positivamente dalla task force multidisciplinare dell’Istituto, composta da circa 40 persone con diverse professionalità tecniche e amministrative.