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25 aprile, festa della Liberazione: Mattarella con la mascherina all’altare della Patria [FOTO e VIDEO]

Per la prima volta il 25 aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo, si vivrà senza cortei né manifestazioni a causa dell’emergenza coronavirus. Non era mai accaduto dal 1945 a oggi. Il 75° anniversario della fine del nazismo e del fascismo, e della guerra, si celebrerà con con fiori e corone di alloro deposti in solitaria, sugli schermi televisivi, in casa propria, sui social media.

Mattarella da solo all’altare della Patria

A sorpresa questa mattina il presidente della Repubblica ha visitato l’altare della Patria. Da solo e con la mascherina Sergio Mattarella ha salito la scalinata ed ha reso onore al milite ignoto (le fotografie e il video sono tratti dall’account Twitter del Quirinale / @Quirinale). In cima ha trovato due corazzieri, anch’essi con la mascherina, che hanno portato una corona al sacello del milite ignoto. Un trombettiere dei carabinieri ha suonato il silenzio.

Il flashmob dell’Anpi

Tutti gli italiani potranno condividere la celebrazione del 25 aprile partecipando dagli schermi a “#Bellaciaoinognicasa”, il flashmob promosso dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) per le ore 15.

Il messaggio del Capo dello Stato

Per sottolineare, come ogni anno, l’importanza della festa della Liberazione, è intervenuto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Resistenza, Liberazione e la fine della follia nazifascista sono realtà che fanno parte della storia dell’Italia, ha ribadito Mattarella, e ne costituiscono una “riserva etica”. Oggi tale riserva, ancora una volta, deve fornire al Paese quella potente energia comune per affrontare insieme la fase di rilancio dall’emergenza del virus, in cui ci troviamo.

“Serve l’energia del dopoguerra”

Una ripartenza che dovrà per forza essere simile a quella che l’Italia seppe mettere in campo sin dal primo dopoguerra. Adesso gli italiani siano uniti e solidali per passare ben oltre la Fase 2, dice il Capo dello Stato. “Serve una azione di rilancio e di rinnovata capacità di progettazione economica e sociale. A questa impresa siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore”.

“Nessuno rimuova o strumentalizzi”

Per questo, sottolinea il presidente, nessuno si azzardi a subdole opere di rimozione del significato originale del 25 aprile. Il quale rimane pilastro intoccabile della Repubblica. “Il settantacinquesimo anniversario della Liberazione è data fondatrice della nostra esperienza democratica di cui la Repubblica è presidio con la sua Costituzione”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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