MusicaPrimo piano

“Non sarà così strano”: 13 artisti uniti per la Croce Rossa [ESCLUSIVA]

13 artisti romani e una traccia inedita, figlia della quarantena: “Non sara così strano”. Ad ideare e orchestrare il progetto ci ha pensato Sound Meeter, casa di produzione capitolina che ha avviato un progetto di raccolta fondi per la Croce Rossa romana utilizzando lo strumento che ama di più: la musica. Il brano è online dal 23 aprile ed è in rotazione anche su Radio Rock, Radio Kaos, Radio Globo, NSL, Radio Città Futura e Radio Italia anni 60, con un invito a donare per l’emergenza Coronavirus direttamente su Gofundme.

“Non sarà così strano”: 13 artisti uniti per la Croce Rossa

Ascoltando “Non sarà così strano” viene in mente un’altra parentesi della nostra storia, tutta italiana. Il periodo era lo stesso, ma bisogna tornare indietro nel tempo di ben 11 anni, in una coincidenza di date che impressiona e commuove. “Domani 21.04/2009” raccoglieva le migliori voci della musica italiana in un brano che ha segnato la frattura dell’Abruzzo, dopo che il terremoto devastò l’Aquila e impressionò il Paese intero.

Sound Meeter, oggi, porta in campo una nuova generazione di artisti meno nota. Anche loro uniti, sì, ma nella distanza fisica di un lockdown che racconta un altro tipo di frattura, perfino peggiore, causata dal Coronavirus. Il risultato non è solo una felice operazione per il sociale, ma è anche una nuova bandierina da puntare sul panorama produttivo musicale. Con una canzone che emoziona come ci si aspetta che faccia un ‘brano da autostrada’, di quelli che passano in radio da cantare col braccio fuori dal finestrino. L’impressione è quella di una grande festa di voce e strumenti, quando, in realtà, ogni artista ha creato il brano restando chiuso in casa, lontano da tutti gli altri.

Ad ascoltare “Non sarà così strano” viene infatti spontaneo immaginare 13 artisti riuniti in uno studio di registrazione romano. Sembra di vederli mentre incidono il pezzo per ore. In saletta c’è fumo di sigaretta e odore di caffè. In sottofondo Carocci accorda il basso mentre qualcuno, passando di corsa, sbatte contro il piatto di una batteria posizionata in un angolo, “Scusa Matte’! Non ce s’entra qua dentro”. C’è rumore di chiacchiere, euforia, voci che si accavallano a risate, Blanc prova una strofa mentre Amoroso lo accompagna al piano. Uno spartito macchiato d’annotazioni è buttato sul divano; Mille, seduta a terra, aggiunge un appunto a bordo pagina mentre riprova quel passaggio… Com’è che fa? “Beve vino e canta, canta a squarciagola. E chi è casa chiuso sotto le lenzuola, nella mente ha un sogno…”. È un’immagine viva, inevitabile. Ma non potrebbe essere più lontana dalla realtà.

Produrre un brano durante il lockdown: dietro le quinte di “Non sarà così strano”

Il backstage di “Non sarà così strano” è fatto invece di lunghe telefonate, di molteplici livelli d’arrangiamento, di un corriere che fa avanti e indietro per Roma con un registratore da disinfettare ogni volta. “Ogni artista ha messo del suo e ha stravolto la traccia di partenza, fino ad ottenere questo risultato: è un mood che si sente a livello di stomaco, ed è quello che ci fa sembrare tutti in una stessa stanza.” racconta Arianna Bureca (co-founder SoundMeeter e organizzatrice del progetto):

“Il brano è stato scritto da Cesare Blanc, poi arrangiato da Giacomo Latorrata, per poi passare a Luca Carocci, che ha deciso di inserire le chitarre portando tutta un’altra verve. È stata poi la volta di Stefano Scarfone, e le sue chitarre sono andate a dialogare con quelle di Carocci. Finché anche Vittorio Belvisi non ha aggiunto una sua strofa. E infine Mille e Kutso, che hanno reinterpretato tutta la linea melodica scritta in origine”.

“Lavorare a distanza è stato veramente complicato – spiega Giacomo Latorrata (co-founder SoundMeeter, arrangiamento e basso)alcuni dei cantanti non avevano niente in casa per registrare professionalmente. Abbiamo pensato quindi di far girare un registratore portatile con un microfono tramite corriere, disinfettando accuratamente tutta l’attrezzatura di volta in volta. Abbiamo fornito il “tutorial” tramite videochiamata, per spiegare come funzionava il registratore, come e dove posizionare il microfono. La struttura musicale è stata organizzata sulla bozza primordiale di chitarra e voce, che ci ha inviato Cesare Blanc. Tutti gli strumenti inizialmente sono stati suonati da me, poi, nel momento in cui dovevano intervenire i musicisti, venivano escluse le tracce che avrebbero dovuto suonare loro”.

Il videoclip: “Ci mancavano gli abbracci: li abbiamo ripescati dal nostro materiale di repertorio”

Impensabile fare uscire “Non sarà così strano” senza un videoclip che rappresentasse lo spirito del progetto. Nel momento di blocco totale, in cui l’idea di allestire un set con 13 artisti e altrettanti tecnici è ancora lontana, Sound Meeter ha scelto una via alternativa. Che non è quella dell’ormai famosa ‘ripresa dai balconi’, né quella della ripresa ‘made in casa’.

“Ovviamente girare nuovo materiale sarebbe stato impossibile in un momento come questo. C’era l’opzione di far riprendere gli artisti mentre registravano il pezzo, chiusi in casa, ma non era lo spirito che cercavamo e il mood che trasmetteva la canzone – spiega Marta Angelucci (responsabile creativa e della comunicazione) – Quando l’ascoltavamo ci mancavano gli abbracci, il contatto, le camminate per strada, il sole, l’aria. Da lì l’idea di riutilizzare il materiale di repertorio girato durante le puntate e i videoclip di Sound Meeter. Dopo tante dirette, streaming e balconi, avevamo voglia di “vita”, nel senso più dinamico del termine”.

“La canzone è semplice, ma la sua semplicità è proprio ciò che le dà forza, perché le cose semplici sono quelle che ci accomunano tutti e molte di esse per adesso ci sono state rubate – racconta Dario Ciulla (montatore del video) – Per questo motivo ho messo da parte ogni sorta di virtuosismo, cercando di dare spazio ai sorrisi e ai contatti fisici, anche solo accennati”.

Cesare Blanc: “È un’emozione forte sentire altri artisti cantare un mio testo”

Quella di Valerio, in arte Cesare Blanc, era a tutti gli effetti una “canzone da quarantena”, nata in solitaria durante il lockdown. La traccia ha poi ispirato Arianna Bureca e Giacomo Latorrata a riunire un gruppo d’artisti in un’unica canzone per raccogliere fondi per la Croce Rossa.

La prima traccia del brano è nata da te: com’è stato vederla poi passare tra le mani di altri 12 artisti ed evolversi nel risultato finale?

La traccia è nata da un video che avevo messo su Instagram, in cui accennavo il motivo che poi è diventato quello su cui abbiamo lavorato tutti insieme. Arianna e Giacomo l’hanno ‘fiutata’ e mi hanno proposto di farla diventare un progetto di Artisti Uniti per la Croce Rossa. È la prima volta che scrivo un brano che poi cantano anche altri, è un’emozione forte sentire altri artisti che cantano un testo scritto da te.

Il testo ha una squisita inclinazione “nazional-popolare”: racconta la malinconia e soprattutto la speranza di tutti, e lo fa in modo semplice, autentico. C’è un passaggio in cui senti di aver davvero centrato il punto?

La parte alla quale tengo di più è quella della rinascita (ndr, canticchia: “Torneremo di nuovo a tenerci per mano / Abbracciarsi per strada non sarà così strano / Sussurrarti parole all’orecchio e dirti: dai sogniamo”). Si inizia malinconici, raccontando quello che stiamo vivendo tutti, è vero. Ma poi scoppia il ritornello… E spero che quello sia un monito, ma che diventi presto anche un punto da cui ripartire.

Pulsante per tornare all'inizio