Molti si sono sorpresi perché nel suo discorso agli italiani di domenica 26 aprile il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non ha messo l’accento su studenti e Università e come gli studi possano ripartire.

In realtà il Dpcm (decreto del governo) fissa alcuni paletti da cui riprendere in qualche modo le attività col mese di maggio. Ossia la fase 2 dell’emergenza coronavirus.

Tornano infatti gli esami e riaprono le biblioteche negli atenei italiani. Ciò però “a condizione che vi sia un’organizzazione degli spazi e del lavoro tale da ridurre al massimo il rischio di prossimità. E anche di aggregazione. E che vengano adottate misure organizzative di prevenzione e protezione”.

“Nelle università, nelle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e negli enti pubblici di ricerca si possono fare gli esami – è scritto nel testo del decreto -. Ma anche “tirocini, attività di ricerca e di laboratorio sperimentale e/o didattico ed esercitazioni“. E si possono utilizzare le biblioteche. Ovviamente il decreto stabilisce che l’organizzazione degli spazi deve ridurre rischi di prossimità e aggregazione.