Il mondo dell’arte contemporanea piange Germano Celant. Il noto critico d’arte e curatore si è spento oggi all’età di 80 anni, a seguito di complicazioni dovute al coronavirus, molto probabilmente contratto durante un viaggio di lavoro negli Stati Uniti. Ricoverato da circa un mese all’ospedale San Raffaele di Milano, lascia la moglie Paris Murray e il figlio Argento Celant.
Nato nel 1940 a Genova, Celant era conosciuto a livello internazionale per aver fondato nel 1967 l’Arte Povera, un movimento artistico in polemica con l’arte tradizionale e basato sull’uso di materiali di recupero come la terra, il legno, gli stracci e gli scarti industriali, per esempio.
La prima, storica mostra dedicata a questo movimento ebbe luogo nello stesso anno alla Galleria Bertesca a Genova; lì esposero Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Pino Pascali ed Emilio Prini. Celant delineò la teoria dell’Arte Povera anche tramite numerosi testi pubblicati su diverse riviste e giornali del settore, tra le quali ricordiamo Flash Art.
Il mondo dell’arte piange Germano Celant
Al 1977 risale la sua collaborazione con il museo Guggenheim di New York in qualità di senior curator. Nel 1994 allestì sempre per l’istituzione americana la mostra Italian Metamorphosis 1943-1968, nella quale tentò di avvicinare l’arte italiana alla cultura americana. Poi si susseguirono una lunga serie di mostre innovative e da lui curate per altri importanti musei italiani e stranieri, tra cui il Centre Pompidou di Parigi (1981), la Royal Academy of Arts di Londra (1989) e Palazzo Grassi a Venezia (1989).
Nel 1989 è stato nominato direttore della 47ima edizione della Biennale d’Arte di Venezia. Collaboratore di note riviste fra le quali L’Espresso, Celant, dopo aver realizzato a Genova la grande mostra Arti & Architettura (2004), fu direttore della Fondazione Prada a Milano e curatore della Fondazione Vedova a Venezia. Inoltre organizzò la mostra Art & Food alla Triennale di Milano, in occasione di Expo 2015.