Coronavirus, la app Immuni presto disponibile: a cosa serve e come funziona

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Adesso la app “Immuni” contro il coronavirus, da scaricarsi sul telefonino arriva davvero. È in rampa di lancio e sarà implementata nel mese di maggio. Di seguito alcune informazioni di base, per quello che fino a oggi si è capito di questo nuovissimo strumento anti Covid-19, controverso sotto l’aspetto della raccolta dei dati sanitari sensibili dei cittadini. Oggi 30 aprile il Consiglio dei ministri dovrebbe dare il via libera al testo che definisce la normativa che regola “immuni”.

A cosa serve?

A mappare gli spostamenti del cittadino che l’ha scaricata al fine di avvisarlo se dovesse venire in contatto troppo ravvicinato con persone certificate come positive al coronavirus. Per questo è detta di “contact tracing“. Serve, appunto a tracciare i contatti. Ma ciò non avverrà tramite la geolocalizzazione dei singoli utenti. Bensì tramite il “trattamento di dati di prossimità dei dispositivi, resi anonimi” è scritto nel decreto del governo. Inoltre la app Immuni svolgerà la funzione di “diario clinico”: tramite essa le autorità sanitarie saranno in grado di aiutare a distanza il paziente domiciliare di Covid-19 per le cure.

È obbligatoria?

No, non lo è. Scaricare l’app sul proprio cellulare è una scelta volontaria e chi deciderà di non installarla non sarà oggetto di limitazioni né, tanto meno sanzioni.

Per quanto tempo funzionerà?

Fino alla fine di quest’anno, 2020. Dopodiché scatterà la cancellazione di tutte le informazioni raccolte. Ovvero dati molto riservati sullo stato di salute, i contatti, gli spostamenti, gli incontri di chi della app ha fatto uso.

Chi gestisce i dati raccolti?

La piattaforma, è scritto nel decreto del governo, sarà realizzata “esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni o enti pubblici o in controllo pubblico”. I dati raccolti non potranno essere utilizzati per “finalità diverse” da quelle relative all’emergenza Covid-19. Salva “la possibilità di utilizzo in forma aggregata o comunque anonima, per soli fini statistici o di ricerca scientifica”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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