Le pressioni delle regioni, dei partiti, delle categorie sociali ed economiche, dei sindacati. Per il premier Giuseppe Conte oggi 30 aprile è il giorno del confronto-scontro in Parlamento, con un’informativa alla Camera dei deputati sulle misure decretate il 26 aprile per la cosiddetta fase 2 dell’emergenza coronavirus.
Una valanga di risentimento ha accolto il decreto del 26 aprile, ultimo di quella che è ormai una lunga serie. Eppure il più atteso dagli italiani. Perché ci si attendeva, forse illusoriamente, chiarezza e tappe serrate per una rapida riapertura dell’Italia. Certezze e fiducia nei cittadini ci si attendevano soprattutto dalle parole del presidente del Consiglio che però hanno lasciato in tanti l’amaro in bocca. Così le opposizioni, ma anche forze della maggioranza critiche con il governo come Italia Viva, in Parlamento ora danno battaglia.
Adesso Conte ha l’opportunità – nella sede istituzionale, il Parlamento dove siedono i rappresentanti dei cittadini, non Facebook – di spiegare e far capire il senso delle nuove regole in vigore dal 4 maggio. Un discorso con il quale Conte puntellerà la sua contro-offensiva su un pilastro, sostiene l’agenzia di stampa Ansa: la legittimità della sua strategia.
Strategia che trova, in queste ore, la sponda prudente del Quirinale. Mattarella non considera certo finita l’emergenza coronavirus. Anche se bisogna programmare con attenzione la ripartenza. Unità e prudenza, insomma, sono le basi dalle quali Conte non vuole affatto recedere. Al Quirinale si ricorda che il presidente si è sempre speso per buoni rapporti tra Stato e Regioni ma senza mai entrare nel merito delle singole richieste.
La stella polare per la fase 2, spiegherà Conte, è stata il report del Comitato tecnico-scientifico. Un documento che parla di un’Italia per nulla immune dal rischio di una risalita dei contagi. “La forza della scienza vince sulle opinioni”, spiegano a Palazzo Chigi. Certo, nei prossimi giorni molti dei dubbi insiti nel Dpcm (Decreto del presidente del consiglio dei ministri) verranno chiariti.
Ci si affida alle “frequent asked question” (faq), le domande che ci si fanno più frequentemente a proposito di una questione e alle quali non sappiamo rispondere. Un neologismo derivante dall’inglese in base al quale nei prossimi giorni sul sito web di Palazzo Chigi gli italiani dovrebbero trovare chiarimenti a domande tipo “Cosa vuol dire ‘affetti stabili'”, oppure “Posso andare alla mia seconda casa?”. Più seriamente, però, fonti di maggioranza non escludono l’ipotesi di un maxi-emendamento all’ultimo decreto legge sulla fase 2. In modo da dettare nuove regole per una più decisa riapertura dell’Italia dal lockdown dal 4 a al 18 maggio.
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