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Coronavirus, Conte: “Possibile riapertura asili nido e scuole dell’infanzia”

“Occorrerà valutare la possibile riapertura, in modalità sperimentale, di nidi e scuole dell’infanzia. Oltre ai centri estivi e ad altre attività ludiche ed educative destinate a nostri bambini”. Così il premier Giuseppe Conte oggi 30 aprile nel corso dell’informativa resa alla Camera dei deputati sulle nuove, contestate, regole che dal 4 maggio scatteranno per la fase 2 dell’emergenza coronavirus.

Non ci sarà un piano rimesso a iniziative improvvide di singoli enti locali, ma basato su rilevazioni scientifiche” ha sottolineato il presidente del Consiglio. Il concetto è che la ripresa, l’apertura totale delle attività produttive, deve essere graduale. Per evitare che la fase 2 coincida con una recrudescenza dei contagi per il coronavirus.

Il riferimento, neanche troppo velato, è ad alcune regioni che ritengono legittimo e utile realizzare da subito aperture maggiori di quelle previste dal decreto del 26 aprile. Veneto e Calabria, ad esempio. Quest’ultima, governata dalla presidente Iole Santelli (Forza Italia), ha stabilito l’immediata riapertura di bar e ristoranti, al momento dal governo rinviata di un mese.

Conte però ai deputati ha dichiarato che “iniziative che comportino misure meno restrittive non sono possibili, perché in contrasto con le norme nazionali. Quindi sono da considerarsi a tutti gli effetti illegittime”. Non c’è spazio, dunque, per scelte autonome da parte delle Regioni. Perché è troppo alto il rischio “di danni irreparabili da atteggiamenti ondivaghi”.

“Il suo intervento, presidente Conte, esige risposte in nome della libertà e della verità – ha detto Matteo Renzi -: gli italiani per l’emergenza sanitaria sono in uno stato che ricorda gli arresti domiciliari. Non ne usciamo con un paternalismo populista o una visione priva di politica.” “Glielo diciamo in faccia: siamo a un bivio (…) nella fase 2 della politica non basta giocare su paura e preoccupazione. C’è una ricostruzione da fare che è devastante e richiederà visione e scelte coraggiose”. “Se sceglierà la strada del populismo non avrà al suo fianco Italia viva“, dice l’ex premier. “Non abbiamo negato i pieni poteri a Salvini per darli ad altri”.

L’avvocato Conte tiranno o dittatore? No signori è molto meno – ha invece dichiarato nel suo intervento il leghista Claudio Borghi -, si tratta di un uomo diversamente sincero. Dopo mesi arriva nelle città de Nord come un ladro, senza avvisare nessuno”. “Anche oggi è venuto ad informare per ultimo il Parlamento delle sue decisioni insindacabili – ha attaccato Giorgia Meloni (FdI) -. Questo non è più tollerabile. Lo dico con pacatezza: lo abbiamo consentito all’inizio ma dopo tre mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza non c’è più ragione di continuare con questi metodi”. “Questo non è un reality show”. 

Matteo Renzi e Giuseppe Conte. Dal leader di Italia viva un ultimatum al premier

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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