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Coronavirus, presto la app del contagio: l’alert Apple-Google ci avvertirà subito

Apple e Google, forse le due maggiori aziende del mondo che fanno affari d’oro con i dati personali di tutti noi, stanno mettendo a punto un nuovo sistema di tracciamento del contagio del coronavirus.

Il codice sorgente

Quello che Apple e Google decideranno costituirà la base tecnologica sulla quale non pochi Paesi del mondo – Italia compresa -, svilupperanno un’app. Questa sarà in grado, se scaricata sullo smartphone, di avvertirci di un possibile contagio da Sars-Cov-2. I due colossi tecnologici pubblicano su GitHub – un servizio di hosting per progetti software – il codice sorgente del loro progetto. Ma anche esempi delle schermate che appariranno sui dispositivi.

L’alert del possibile contagio

Schermate che si riferiscono sia al caso in cui si voglia comunicare la propria positività al Covid-19, sia che si voglia essere avvisati dell’esposizione al contagio con una persona positiva. Esposizione che ha senso prendere in considerazione se di almeno cinque minuti. Per entrambe le situazioni ci sarà l’adesione volontaria dell’utente.

Dal 18 maggio la app entra nel vivo

Il sistema dovrebbe essere completato a metà maggio. Da quella data in poi a cascata potranno essere pronte presumibilmente le app di tracciamento di tutti paesi che hanno adottato il sistema. In Italia, presumibilmente, ciò avverrà da dopo lunedì 18 maggio: la data in cui – se non ci sarà una riesplosione dei contagi – potrebbero scattare nuovi allentamenti delle misure di contenimento.

Una scelta volontaria

Il sistema di tracciamento di Apple e Google, secondo quanto riporta online l’Ansa, sarà basato su una scelta volontaria dell’utente. Quella di inserire il proprio referto di positività nello spamrtphone. Così come quella di abilitare il sistema che potrà avvisare che in una determinata data si è stati in prossimità di una persona positiva. Quindi, probabilmente, ma non certamente, esposti al contagio. Le fasi successive a questo avviso – viene chiarito – saranno a cura dell’autorità sanitaria di ogni paese.

Il segnale bluetooth

Queste comunicazioni avvengono attraverso un codice identificativo generato dal proprio dispositivo, il quale scambia informazioni in forma anonima, attraverso il bluetooth, con gli altri dispositivi che usano lo stesso sistema. Questi codici rimangono sullo smartphone dell’utente. Quindi sono, almeno apparentemente, sotto il suo controllo. Il sistema – precisano Apple e Google – non usa la localizzazione anche per gli utenti risultati positivi al virus. L’identità delle persone che si ammalano non sarà nota a nessun altro utente. Neanche alle stesse società.

Qui, come nella foto in alto alcune schermate esplicative del sistema Apple e Google

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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