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Coronavirus, il calcio allo stremo: Conte convoca un vertice

Convocheremo il mondo dello sport e del calcio, insieme al ministro Spadafora, per fare il punto”. Così il presidente del Consiglio Conte è intervenuto, tramite un’intervista al Fatto Quotidiano, su una questione sempre più scottante. Dopo due mesi di chiusura il mondo dello sport, tutto, non ce la fa più.

Calcio, crisi di liquidità

Il punto non è soltanto il portare a termine campionati e tornei a vantaggio del pubblico. C’è che il calcio, ad esempio, lamenta che molti club di serie A senza gli introiti derivanti dai diritti televisivi non riuscirebbero più, di qui a breve, a pagare gli stipendi ai propri dipendenti. Siano essi calciatori, dirigenti, impiegati o magazzinieri.

Club pieni di debiti

Secondo una stima riportata sul suo profilo Facebook da Angelo Giorgetti, giornalista sportivo della Nazione di Firenze, i club di serie A hanno debiti complessivi per 2,5 miliardi di euro, cresciuti del 45% negli ultimi 5 anni. Aldilà delle ragioni, variegate e complesse, che hanno portato a questa situazione, lo sport italiano più popolare versa in una condizione destinata inesorabilmente ad aggravarsi a causa degli effetti della pandemia. Tutto il calcio europeo e mondiale, del resto, è quasi completamente bloccato. E c’è di più, il ritardato, per alcuni, lockdown imposto allo sport, ma soprattutto alle partite di calcio, ha contribuito in qualche misura a diffondere il contagio del coronavirus.

Decisioni non più rinviabili

“Raccoglieremo le istanze della Federcalcio e delle altre federazioni per avere un quadro condiviso della ripresa delle attività sportive” tenta adesso di rassicurare tutti il presidente del Consiglio. Sulla possibilità che il campionato di Serie A riparta, Conte non si sbilancia, ma dice: “Non ho ancora messo mano al dossier calcio, ma sentiremo e concorderemo. C’è il ministro, che ha fatto un ottimo lavoro, ma è giusto che tutti gli stakeholders del calcio e dello sport abbiano un confronto col governo ai massimi livelli. Ovviamente tenendo presenti le raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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