Da lunedì 18 maggio la Chiesa cattolica italiana potrà predisporre tutto ciò che serve per la celebrazione in sicurezza delle messe “con il concorso di popolo”. Vale a dire in nelle chiese con i fedeli, come è sempre stato. Dopo due mesi di stop si tornerà quindi a una sorta di “normalità”. L’accordo fra il governo e la Cei (Conferenza episcopale italiana) dei giorni scorsi ha suscitato entusiasmi ma anche qualche preoccupazione.

Per uno dei virologi più noti ai cittadini (interviene in Tv, sui social e in radio), Fabrizio Pregliasco, sarebbe stato meglio “attendere ancora un po’”. “La riapertura delle chiese è molto desiderata – ha detto Pregliasco a Radio Capital l’8 maggio -. Dal punto di vista del rischio di avere assembramenti, però, questo li aumenta, ogni rubinetto di apertura crea problematiche”.

“Spero e credo che venga attuato nel miglior modo possibile – ha precisato -, è una questione soprattutto di responsabilità e di autoconvincimento che non è ancora finita, che non siamo fuori dal rischio. Io avrei aspettato ancora un po’”.

Il rischio – ha sottolineato il virologo – è più elevato per gli anziani, quindi è necessario che ci siano misure stringenti. Eventualmente anche, e qui servirà un impegno da parte dei parroci, moltiplicare le occasioni di incontro. Dare maggiori occasioni di essere presenti al rito, per garantire il massimo distanziamento. L’organizzazione e la responsabilizzazione saranno elementi determinanti. Magari – ha concluso – si potrebbero prevedere prenotazioni online, come stiamo immaginando per le attività sanitarie e altri ambiti. Bisogna migliorare l’efficienza e la sicurezza di questi momenti di raccoglimento”.