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Coronavirus: folla sui Navigli a Milano, il sindaco infuriato manda un “esercito” di vigili

Rabbia del sindaco Giuseppe Sala per la troppa folla sui Navigli di Milano in questi giorni. La Lombardia vuole ripartire e uscire definitivamente dal lockdown, le premesse però consistono innanzitutto nell’evitare assolutamente ogni forma di assembramento.

Così non è avvenuto sulla “passeggiata” preferita dai milanesi. E ora scatta un duro giro di vite. Sala, in un video messaggio ai suoi concittadini, ha minacciato la chiusura dei Navigli. Di certo nel fine settimana in corso, fino a domenica 10 maggio, la polizia municipale non rimarrà inerte. Saranno 1100 i vigili che da sabato 9 maggio pattuglieranno Navigli, parchi, aree verdi di tutta la città.

“Mi permetto di suggerire a chi ha bambini – ha spiegato la vicesindaco e assessore alla Sicurezza, Anna Scavuzzo – di prediligere i parchi più grandi e non le piccole aree gioco. Meglio spazi aperti dove è possibile farli correre, andare in bicicletta, giocare a palla, evitando la tentazione di scivoli e altalene. Agli sportivi ricordiamo di correre da soli e non in gruppo, di rispettare le distanze e di non utilizzare le attrezzature”.

Se non finiranno gli assembramenti visti a Milano negli ultimi giorni, in particolare lungo le sponde dei Navigli, il sindaco Giuseppe Sala è pronto a chiudere di nuovo alcune aree o vietare alcune attività. Lo ha detto nel suo video messaggio quotidiano sull’emergenza sanitaria. “Ci sono dei momenti in cui c’è da incazzarsi, è questo e uno di quei momenti. Le immagini di ieri (7 maggio, ndr.) lungo i Navigli sono vergognose”.

“Ora è anche un po’ deprimente dover rispiegare la situazione. Ma lo ridico: noi siamo non solo in crisi dal punto di vista sanitario e abbiamo visto quanto la pandemia ha toccato questa città. Siamo in una profondissima crisi socio-economica. Milano ha bisogno di tornare a lavorare. Questo è il punto”.

Non è una voglia di riaprire, un vezzo, ma una necessità e io sarò sempre dalla parte di quelle famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Sto dalla parte di quelli che vanno a lavorare, non a divertirsi, per portare a casa per le loro famiglie quanto necessario e non permetterò che quattro scalmanati senza mascherina uno vicino all’altro mettano in discussione tutto ciò” ha aggiunto Sala. “Potevamo essere non pienamente consapevoli due o tre mesi fa, e anche io lo sono stato, ma non ora dopo tutto quello che abbiamo visto” ha continuato.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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