Bob Marley, 39 anni dalla morte: perché non aveva un testamento
L’11 maggio di ben 39 anni fa veniva a mancare una delle voci del raggae più famosa di tutti i tempi. Il suo nome è senza ombra di dubbio Bob Marley, mito e leggenda della musica e personaggio di spicco della Giamaica e del mondo intero. Non sembrano essere passati così tanti anni dalla scomparsa di questo eclettico artista, probabilmente a causa della grande risonanza che continua ad avere la sua musica. Infatti non c’è una persona che non conosca almeno due o tre dei suoi pezzi più famosi e che non inizi a canticchiarli non appena vengono mandati in onda in radio.
Un vero guerriero: Redemption Song
La vita di Bob Marley è stata piena di successo e di amore. La sua passione per la musica e lo stile raggae lo ha reso una delle icone della musica più apprezzata nel mondo. Il suo lavoro tuttavia non ha inciso solo sul mondo musicale poiché l’artista si è reso da sempre ambasciatore dei diritti dell’uomo, della libertà personale e dell’uguaglianza. In una delle sue canzoni più famose “Redemption Song“, la voce giamaicana invita tutti i suoi ascoltatori a liberare la mente dalle imposizioni esterne per essere finalmente se stessi.
Negli ultimi attimi della sua straordinaria vita, Marley ha dovuto combattere con un brutto tumore. Quest’ultimo, arrivato al cervello, lo ha portato infine alla morte l’11 maggio del 1981. Moltissimi fan si sono sempre chiesti come mai l’icona del raggae non avesse voluto lasciare un testamento scritto. Effettivamente la cosa è inusuale, specialmente per una star, ma Bob Marley non lo ha fatto. Il motivo è semplice: l’artista non avrebbe mai voluto arrendersi alla sua malattia. Scrivere un testamento e quindi mettere nero su bianco l’idea della sua imminente morte avrebbe quindi significato non guardare più la vita con i suoi occhi attenti e liberi.