Coronavirus, decreto Rilancio: meno tasse sulle imprese e reddito di emergenza
Fra un mese, a giugno, le imprese italiane non dovranno pagare l’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. Inoltre arriverà il reddito di emergenza in due tranche per aiutare le famiglie più bisognose. Queste alcune delle misure più importanti al centro del nuovo decreto con cui il governo vuole rilanciare l’Italia piegata dalle conseguenze sanitarie ed economiche del coronavirus.
Via l’Irap e la Tosap
Al momento la bozza del “Decreto Rilancio” prevede anche risorse per le misure di contenimento del Covid nelle scuole e per potenziare i centri estivi. Premi fino a 1.000 euro per medici e infermieri. Una somma di 2,5 miliardi per aiutare le imprese che si devono adeguare alle norme per la ripartenza. E niente Tosap (tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche) sui tavolini all’aperto di bar e ristoranti.
Congedi e bonus baby sitter
Un provvedimento con risorse per 55 miliardi, per un totale di 258 articoli. Il lavoro di limatura non è ancora finito. Sono per certi i grandi capitoli. Dal rinnovo degli ammortizzatori, al pacchetto congedi-bonus baby sitter, fino al rinvio a settembre delle scadenze fiscali. E a un aiuto concreto per le prossime vacanze degli italiani, su cui è appena arrivato l’atteso via libera del premier Giuseppe Conte.
Cassa integrazione
Sui tasti dolenti della liquidità e dei ritardi della cassa integrazione il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, promette che il Governo farà di più: nel decreto ci saranno misure per accelerare la cig in deroga e sulla liquidità viene chiesto “un impegno maggiore” anche alle banche.
Credito d’imposta sull’affitto
Per le imprese che abbiano subito una diminuzione del fatturato di almeno il 50%, inoltre, è previsto un credito d’imposta fino al 60% dell’affitto. In arrivo anche un alleggerimento delle bollette per le piccole imprese. Sul capitolo trasporto aereo, risorse per il fondo di settore e la creazione di una nuova Alitalia con sovvenzioni per 3 miliardi.
Via l’Iva sulle mascherine
Non ci sarà più, inoltre, l’Iva su mascherine, gel disinfettanti e su tutti i dispositivi di protezione anti-Coronavirus nel 2020. Per rafforzare il sistema, compresa la medicina territoriale, sono previsti quasi 10mila infermieri in più, 3.500 posti terapia intensiva strutturali e risorse per riqualificare 4.225 posti letto di terapia semi intensiva che si possano riconvertire in caso di nuova emergenza. Oltre alla sanità, infine, fondi per la Protezione civile, per gli straordinari delle Forze dell’Ordine e 500 militari in più per il programma Strade Sicure.