Coronavirus, bonus vacanze per l’estate 2020: come ottenerlo
La definizione tecnica è la seguente: il Tax Credit Vacanze vale “per il pagamento dei servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico ricettive”. Un bonus, dunque, riservato a chi deciderà di trascorrere un periodo di vacanza in Italia.
Aiuto alle famiglie e agli operatori
Il bonus vacanze è una delle misure più attese del nuovo decreto “Rilancio”, il cui varo da parte del Consiglio dei ministri è atteso per oggi 13 maggio. Si tratta in sostanza di un aiuto alle famiglie ma anche agli operatori di un settore, il turismo, tra i più penalizzati in assoluto dall’emergenza coronavirus.
Fondi per il turismo
Sono tante le misure per rilanciare il turismo contenute nel nuovo decreto. Si prevede, ad esempio, un fondo con una dotazione di 50 milioni di euro per l’anno 2020 per la concessione di contributi per le imprese ricettive. Per il rilancio dei flussi turistici si istituisce un “Fondo per la promozione del turismo in Italia”. Dotazione: 30 milioni di euro per quest’anno.
Chi ha diritto al bonus
Secondo quanto riporta Quifinanza.it, dal testo del decreto emergono con nettezza le condizioni del bonus vacanze. “Per il periodo d’imposta 2020 – è scritto – è riconosciuto un credito in favore dei nuclei familiari con un reddito Isee non superiore a 35.000 euro“. Ciò vale “per il pagamento dei servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico ricettive”.
Quanto tempo c’è per utilizzarlo
Il bonus sarà utilizzabile dal 1° luglio al 31 dicembre 2020. Da un solo componente per nucleo familiare, e sarà pari a un massimo di 500 euro per famiglia. La misura del credito è di 300 euro per i nuclei familiari composti da due persone. E di 150 euro per quelli composti da una sola persona.
In quali forme viene erogato
Il bonus sarà fruibile nella misura del 90% “in forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dai fornitori presso i quali la spesa è stata sostenuta”. Per il restante 10% “in forma di detrazione di imposta in sede di dichiarazione dei redditi”. Sarà l’Agenzia delle entrate, sulla base dei dati forniti dall’Inps, a individuare i nuclei familiari e le modalità di rimborso dello sconto sul corrispettivo dovuto ai fornitori dei servizi. Lo sconto in questione è rimborsato al fornitore dei servizi “sotto forma di credito d’imposta”.