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Ciao Mamma, ciao Papà: il libro di Rocco Agostino svela il linguaggio del lattante

Da quando è stato pubblicato, nel 2017, “Ciao Mamma, ciao papà”, di Rocco Agostino, è uno dei volumi più acquistati dalle future mamme perché svela il linguaggio, ovviamente non verbale, con cui il lattante, fino al primo anno di vita, comunica con i suoi genitori, o chi si prende cura di lui. Il Professor Rocco Agostino è responsabile dell’attività neonatale della Casa di Cura Villa Margherita di Roma, già direttore dell’Unità Operativa Complessa di pediatria, neonatologia e terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina.

Genitori non si nasce, e nemmeno si diventa subito: l’arrivo di un figlio, oltre alla gioia, è spesso accompagnato dall’ansia di non saper provvedere effettivamente ai suoi bisogni. Per questo il Professor Rocco Agostino, responsabile dell’attività neonatale della Casa di Cura Villa Margherita di Roma, ha scritto una guida alla comprensione di tutti quei segnali con cui il piccolo esprime le sue necessità. Si intitola “Ciao Mamma, Ciao Papà. Guida alla comprensione del comportamento nel primo anno di vita”. Si avvale della competenza della psicomotricista dell’età evolutiva Simona Matricardi e della logopedista Valeria Tassara. Sono 12 capitoletti dedicati ognuno a un mese di vita più consigli e giochi.

“Come imparare a conoscere il proprio bambino? Come decifrare i suoi messaggi?” spiega il Professor Rocco Agostino. “Cosa cerca quando piange, si muove, respira con affanno? La cose fondamentali per lui sono mangiare, dormire, essere pulito e coccolato, o meglio, “contenuto”. Perché non dobbiamo dimenticarci che il piccolino è rimasto per nove mesi nel ventre materno, una cavità molto piccola: se infatti lui spostava di cinque millimetri la mano, toccava la parete dell’utero. Nella pancia della mamma era cullato, non aveva bisogno di vestiti, visto che lì dentro ci sono 37 gradi”.

Una volta all’esterno, per lui tutto cambia. “Vestiti, luci, suoni. Deve imparare rapidamente a succhiare. Ormai è noto che nella prima settimana di vita del bebè è tutta una transizione. Il neonato si deve adattare alla nuova vita fuori dall’utero”.

La nutrizione svolge il ruolo principale della sua giornata. “Per soddisfare effettivamente i suoi bisogni si deve nutrirlo correttamente. C’è un modo per capire se ha appetito o se ha fame. Se fa dei piccoli versi, è appetito. Se piange disperato, ha fame. L’importante è intercettare l’appetito, ovvero dargli il latte prima che abbia davvero fame. Perché quando ha fame, attaccandosi con voracità al seno o al biberon, oltre al latte ingoia aria. Il neonato non riesce ancora a differenziare l’atto di ingoiare da quello di respirare. Se è troppo vorace l’epiglottide si abbassa, l’aria entra nello stomaco che si riempie, di aria appunto e non di latte. In questo modo il piccolo non riesce a mangiare quello che gli serve. Quindi il mio consiglio è di nutrirlo appena mostra i primi segni di appetito”.

Per il Professor Rocco Agostino non c’è bisogno di pesarlo prima e dopo la poppata per vedere quanto latte ha assunto. “Se si allatta il bambino quando ha fame, e non a orari prestabiliti, si viene incontro ai suoi bisogni. Perché lui succhia quando ha appetito. Certo, è necessario controllare quelle che io chiamo “le doppie i”. Ovvero intervallo di tempo tra una poppata e l’altra e incremento di peso. Se il bambino mangia a intervalli abbastanza regolari e settimanalmente il suo peso aumenta dai 150 grammi in su, stiamo facendo bene. I bambini non sono tutti uguali, e i genitori non devono sapere quanto mangiano ma quanto crescono. Il bambino va pesato a digiuno, quindi a un’ora e mezzo circa dal pasto, e vestito”.

Poi, in barba a quello che dicono le nonne, le zie, i parenti tutti, sono i genitori che osservando attentamente il loro figlio, capiscono esattamente se stanno facendo un buon lavoro. Perché i bambini, nonostante i pochi mesi di vita, sanno comunicare tutto quello di cui hanno bisogno.

Photo Credits: Rocco Agostino Press Office

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