Un quarto degli italiani, pari a 15 milioni di cittadini su 60 milioni, ha manifestato sintomi simili a quelli del Covid-19 fra marzo e aprile scorsi. In due mesi, cioè, il 25% della popolazione potrebbe essere venuta a contatto col virus. Sebbene siano più probabilmente 8 milioni, cioè un italiano su sette, coloro che hanno effettivamente contratto la malattia. Gli altri avrebbero riportato i sintomi di patologie di tipo influenzale che, come è noto, non sono dissimili da quelli del coronavirus.
Le stime sui sintomatici
Sono questi i risultati di tre indagini Doxa coordinate dall’Università Statale di Milano. A pubblicare numeri e analisi è il sito Scienza in rete, del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica, secondo quanto riporta online l’Ansa. “Anche assumendo che soltanto metà dei soggetti che hanno riportato sintomi siano stati affetti da Covid-19, circa 8 milioni di italiani, di cui 2 milioni in Lombardia, avrebbero avuto contatto col virus” dice all’Ansa Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università Statale di Milano. “A questo – aggiunge – andrebbero sommati gli asintomatici e i paucisintomatici (coloro che hanno manifestato sintomi lievi, ndr.)”.
Lombardia, caso a parte
Nel periodo tra il 10 aprile e il 4 maggio, la percentuale di persone che riferiva sintomi simili a quelli della Covid-19 è scesa in Italia, ma era ancora del 13,3% in Lombardia. Il fatto che la proporzione con sintomi sia rimasta ben oltre il 10% in Lombardia indica, secondo gli esperti, che una proporzione rilevante di tali sintomi sia effettivamente attribuibile a Covid-19. E non a residui di influenza stagionale o altre virosi, meno frequenti a fine marzo-aprile.
Le cifre ufficiali? Basse…
In attesa di nuove campagne di indagine sierologica, i dati confermano alcune ipotesi, secondo gli esperti dell’Università di Milano. In modo particolare che, anche ignorando i casi asintomatici, l’epidemia di Covid-19 ha colpito una parte sostanziale della popolazione italiana. E ancor più lombarda in marzo e anche in aprile. In ogni caso largamente superiore rispetto ai contagi Covid-19 ufficialmente registrati.