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“L’uomo va contro la natura, le pandemie aumenteranno”: il monito degli esperti

“La frequenza delle pandemie nei prossimi decenni probabilmente aumenterà“. Ne è convinto Pierluigi Lopalco, epidemiologo, professore all’Università di Pisa e noto volto televisivo. Nei due mesi di quarantena Lopalco è intervenuto spesso, sollecitato dai giornalisti.

E lo ha fatto ancora il 14 maggio in collegamento dalla Puglia con la trasmissione Agorà su Rai Tre. Lopalco è infatti responsabile del Coordinamento Regionale Emergenze Epidemiologiche Puglia.

Secondo il docente, le pandemie come quella del coronavirus che ha messo in ginocchio tutto il mondo sono destinate a diventare più frequenti. “Proprio per questa invasione da parte dell’uomo del mondo naturale – ha spiegato ad Agorà -. Più l’uomo si avvicina ai luoghi selvatici, più è probabile che i virus che circolavano senza dare fastidio a nessuno in ambienti selvatici passino nell’ospite umano”.

In un’intervista a VelvetMag dello scorso 6 marzo, nelle prime settimane della pandemia del coronavirus in Italia, prima ancora del lockdown scattato il 10 marzo, Lopalco avvertiva: “Ora abbiamo tutti un alieno davanti che dobbiamo sconfiggere. Uniti. Non si deve litigare adesso.” Il monito è stato ascoltato? Di certo adesso l’Italia si trova, per una serie di ragioni, in condizioni migliori rispetto a marzo. È cominciata la fase 2, quella della ripartenza. Occorre però ripensare il rapporto che abbiamo con la natura. Altrimenti, ci dice adesso l’epidemiologo, e con lui anche altri scienziati, non solo il Sars-Cov-2 potrebbe diventare endemico come l’influenza, ma aumenterà rispetto al passato la frequenza temporale delle pandemie mortali.

Il professor Pierluigi Lopalco, epidemiologo all’Università di Pisa

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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