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Ludovico Tersigni: «Quando a 60 anni ripenserò a Skam e Summertime» [INTERVISTA ESCLUSIVA]

di Chiara Del Zanno

Lui dice che non lo sa “quanto gli reggerà ancora la faccia” da attore giovane. Lo dice con tono divertito e forse anche un po’ frenetico, in un marcato romanesco a cui non rinuncia ma che piace davvero a tutti – un pubblico, il suo, sempre più internazionale, alla faccia degli scrupoli sulla vendibilità del dialetto nel cinema.

In questo momento è il volto maschile della serialità teen italiana – che sembra una cosa brutta, e invece nel suo caso è una pazzesca tripletta partita con Tutto può succedere, esplosa con Skam Italia e culminata ora in Summertime. Mentre la nuova serie originale Netflix prodotta da Cattleya si conferma al primo posto tra le top 10 dei contenuti on demand, Skam 4 riapre i battenti con il merito, riconosciuto ormai all’unanimità, di aver scritto un nuovo capitolo della serialità italiana. Quella fatta dai giovani per i giovani, che sembra un’altra cosa brutta ma che invece è il futuro dei nuovi talenti.

Lui nel frattempo se ne sta un po’ defilato. Prende poco parte alla mondanità, il linguaggio dei social lo mastica con prudenza, dipendesse da lui forse neanche li utilizzerebbe. Anche se in effetti, una certa idea di farci qualcosa di buono con uno strumento così potente, la porta avanti da sempre. Intanto però, mentre continua a spopolare con due serie in contemporanea, dalla sua casa a Nettuno prova a tenere i piedi ben piantati a terra. Ha 25 anni e sta andando incontro a quel tipo di successo che spaventa, “un giorno sei il protagonista di una serie Netflix, e poi chissà…” confessa al telefono, raccontando che in fondo i consigli migliori per gestire questa carriera li chiederà sempre e solo a sua madre.

Se lui preferisce non volare troppo con la fantasia, noi invece uno scatto in avanti di qualche anno proviamo a farlo. E se fra 20 anni dovessimo guardarci indietro dopo aver puntato su qualcuno, di certo avremmo scommesso su Ludovico Tersigni. Uno che si trova decisamente nel posto giusto al momento giusto. Che continua a lasciare un segno su alcuni dei prodotti più importanti in cui la produzione italiana sta investendo. Uno per cui ‘metterci la faccia’ sembra essere la cosa più naturale del mondo, con un sorprendente mix di sarcasmo, sensibilità e fascino. Insomma, uno di quelli che, sempre a voler fare un lungo salto in avanti, “è forte anche quando legge l’elenco del telefono”.

Nel frattempo Ludovico ci ha raccontato come sta vivendo quello che è probabilmente il momento più intenso della sua carriera, diviso tra il successo di Summertime e Skam 4, nell’attesa di quei famosi trent’anni che prima o poi arrivano per tutti, anche per un attore ‘teen’ come lui. Ma quella sarà un’altra storia ancora.

Intervista a Ludovico Tersigni

Il personaggio di Ale in Summertime (ora su Netflix) è presentato in modo esplosivo: in pista, motociclista, bello e dannato. È un bel cliché intramontabile: come hai lavorato per renderlo tuo?

Innanzi tutto ho lavorato proprio sull’errore che spesso viene commesso nel presentare un personaggio ‘fico’ forzando la mano su questo aspetto. Per me Ale era soltanto un pilota. Tutto ha ruotato attorno al motociclismo. Ho comprato una moto, ho iniziato a guidarla per strada, ho anche rischiato perché la strada non è una pista… Per me era tutto lì: cosa vuol dire dedicare una vita intera alle corse? Così ho iniziato a stare dentro la tuta.

Dopo Summertime, in rete qualcuno ha iniziato a spacciarti per motociclista affermato già da tempo…

Hanno capito male (ride, ndr). Era una vecchia passione, è vero, anche mio fratello guida e vedeva le gare fino a tarda notte per seguire il Motomondiale. Ma non era mai arrivato il momento di dedicarmi al motociclismo. La cosa più bella che mi è capitata con Summertime è aver scoperto davvero la moto. Quando all’inizio mi hanno detto “il tuo personaggio è un motociclista”, ci ho pensato e ho risposto: “ok, allora parto”. Ora è successo, ed è una cosa che ti rimane proprio attaccata alla pelle. La puzza della tuta è difficile che te la levi (in romano, ndr).

Summertime, Alessandro Alba: le corse in pista

Come è stato girare quelle scene?

Ci sono molte inquadrature girate in GoPro, come i primi piani su di me. Avevo la telecamera montata sul cruscotto o sul serbatoio della moto e filmavamo mentre giravo in pista. Le scene da vero professionista invece le ha girate uno stunt, io non sto a quel livello di guida sportiva… Però ci sto lavorando eh!

In effetti già nelle sequenze in GoPro te la sei cavata bene, considerando che ti eri appena approcciato a questo sport. Hai mai avuto paura di non essere credibile?

Certo! Pensavo “chissà se poi effettivamente quello che ho fatto basta, per il livello che dobbiamo proporre al pubblico”. Però da quello che ho capito è bastato. Forse in certi passaggi potevo andare in giù, in altri potevo alzare una marcia… C’è qualche pilota di Superbike che ha visto Summertime e può darmi un cenno? (ride, ndr)

Ludovico Tersigni, il rapporto con Instagram e la popolarità

Il tuo profilo Instagram sta crescendo clamorosamente in questi giorni. Prima di telefonarti avevi 269 mila followers, mentre parliamo già ce ne sono 20 mila in più. Tu però sembri un po’ schivo di fronte a questo tipo di popolarità, fino a poco fa Instagram quasi non lo usavi.

Sì, di certo non è il mio obiettivo principale e non mi cambia la giornata. Però sento che c’è un seguito di persone che sanno che ci sono. È un bel feedback. Se posso usare il profilo Instagram in modo costruttivo, però, è meglio. Oggi sono andato a pulire la spiaggia di Nettuno con un mio amico. Non ho fatto un video mentre raccoglievo la plastica, però tornando a casa ho pensato che forse avrei dovuto… Abbiamo fatto una cosa bella, avrei potuto comunicarla a quasi 300 mila persone in tutto il mondo, e questo mi piace.

In effetti lo metti in chiaro da subito, sul tuo account si legge: “Summertime fuori ora su Netflix. Skam 4 fuori ora su Timvision e Netflix. Socio donatore di Greenpeace e Lipu Onlus”.

Esatto, perché credo che in futuro potrò davvero usare questo canale per fare cose di quel tipo. Intanto ho gettato un semino, se qualcuno ha curiosità può andare almeno a vedere cosa sono Greenpeace o la Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli, ndr), magari un ragazzetto di 15 anni su 300 mila si appassiona alla stessa mia causa. Quella è ancora un’età su cui si può lavorare, ancora possono decidere che tipo di trentenni vorranno essere. Non mi ritengo un esempio, ma come esempio prendo Leonardo DiCaprio. È un attore affermato ma fa un lavoro ecologista incredibile… È uno forte. Ecco, allora ce provamo pure qua.

“Il consiglio migliore me lo dà sempre mia madre”

Innegabilmente c’è stato un salto importante nel tuo percorso di attore. Quando hai capito di avere un mestiere tra le mani?

Posso dirti la verità, che io ancora non l’ho capito?

Posso dirti che non ci credo?

Ok, scherzo. Però quando mi accorgo di fare l’attore cerco di rimanere coi piedi per terra. Secondo me è un attimo che si scapoccia con ‘sto mestiere. Un giorno sei il protagonista Netflix e il giorno dopo magari impazzisci. Ecco, vorrei evitare di andare verso una deriva. Sto cercando di capire cosa è meglio fare anche grazie alle persone che stanno intorno a me. Il consiglio migliore alla fine lo chiedo sempre a mia madre.

E lei che consiglio ti dà?

Di fare quello che mi piace o quello che sento più giusto. E le due cose non sempre corrispondono. Questo mestiere ti chiede tanto, non ho la batteria infinita. Noi facciamo gli attori proprio per cambiare, abbiamo imparato da piccoli a fare questo gioco. Se rischiassi di restare bloccato per sempre nello stesso tipo di personaggio forse penserei ‘ma chi me lo fa fa’?’. Spero in futuro di interpretare ruoli sempre diversi. Essere protagonista di una serie Netflix mi ha fatto pensare ‘ok, qua sta succedendo qualcosa, mi devo rimboccare le maniche’. Ma c’è anche una differenza tra i personaggi che puoi interpretare entro i trent’anni e quelli a cui puntare dopo. Ecco, credo che il mio vero scatto di carriera sarà quello. Allora vorrà dire che avrò sparato tutte le cartucce dei miei vent’anni, quelle che non torneranno mai più.

Ludovico Tersigni, un attore teen: “Ma sogno un film in costume”

Recentemente hai ammesso che non ti pesa essere un attore di serie teen, io ci credo. Ma inizi a desiderare altro? Che ruolo ti vedi addosso tra qualche anno?

Mi piacerebbe un film storico, in costume. Magari a cavallo, con le carrozze, oppure una storia di fantascienza. L’aspetto più bello di questo lavoro è viaggiare nel tempo, andare nel futuro e tornare nel passato. Spero che mi capiti, ma lì si parla di livelli alti. Ora sto anche cercando di capire se mi regge la faccia. Ho 25 anni, prima o poi crescerò pure io! (ride, ndr).

Credo che la serialità teen stia cambiando molto. Se ripercorriamo il tuo percorso, in Skam partecipi ad alcune scene d’amicizia meravigliose, come il coming out di Martino (Federico Cesari, ndr) nella stagione 2. In Summertime ti innamori di una bellissima ragazza, ben lontana dalla ‘Babi’ borghese di Tre Metri Sopra il Cielo, cui la serie si ispira. Perfino in Aggrappati a me, un cortometraggio molto apprezzato dalla critica, ti prendi cura di una bambina con sindrome di Down. È interessante questo fil rouge ‘schierato’ che caratterizza il tuo status di attore teen…

Con Skam ho avuto subito la sensazione che fosse qualcosa di potente, con Ludovico Bessegato ci siamo trovati molto, ho capito che la serie viaggiava su un altro livello. Per Aggrappati a Me è stato Luca Arcidiacono, il regista, a volermi subito per un certo tipo di sensibilità che vedeva in me. Quando ho fatto il call back per Summertime non sapevo ancora chi fosse la protagonista. Se ci penso quindi è capitato tutto per caso, ma sono sempre tematiche molto vicine a me. Sono contento che si veda questo fil rouge di cui tu parli, riesco a vederlo anche io e questo mi dà un po’ di sicurezza. Magari la strada su cui sto camminando mi porterà da qualche parte.

Ludovico Tersigni, Skam e Giovanni Garau: “A 60 anni mi ricorderò di lui”

A proposito di fil rouge, i tuoi personaggi sono spesso segnati dall’irrequietezza. Essere arrabbiato col mondo ti riesce bene: sei stato quel tipo di adolescente?

(Ride, ndr) Credo che nella fase dell’adolescenza abbiamo tutti delle esperienze che avremmo preferito non fare e che ci hanno cambiati. Ce ne sono state un paio che mi hanno messo in guardia. Quella rabbia che hai a 16 anni… Se si estingue rischi solo di tornare a casa con i lividi e pieno di veleno. Se invece la conservi la puoi limare, reindirizzare e utilizzarla nei momenti in cui devi davvero provare a cambiare qualcosa. A volte serve a tenere una posizione forte nel mondo. I miei personaggi hanno sempre avuto qualcosa di me finora, che ho ripescato soprattutto dal passato. Per me sono un piccolo diario di quello che ero a 17 o a 22 anni. Quando avrò 60 anni mi ricorderò che a 20 anni Giovanni era anche quello.

Cosa dirai a Giovanni tra vent’anni?

Forse gli dirò che Giovanni era anche tutta l’amicizia che c’è stata sul set di Skam. Giovanni era tutte le volte che abbiamo fatto mattina insieme col resto del gruppo, a bere birra e suonare la chitarra dopo il set. Giovanni sarà il frutto di tutte le persone che ho incontrato grazie a Skam e che sono alcuni dei miei migliori amici adesso. Giovanni è ‘na roba bella.

Skam 4 è uscito proprio in queste ore su Netflix e Timvision. La serie segue un format particolare, perché la narrazione procede cambiando ogni volta i protagonisti di stagione. Tu hai fatto da apripista con la stagione 1: che effetto fa restare in una serie ma passare da attore protagonista a secondario, quasi invisibile in alcune puntate?

Questa è una domanda fichissima, grazie per avermelo chiesto perché è una cosa che amo di Skam. Nel nostro lavoro bisogna imparare anche a gestire l’ansia sul set. Quando hai la macchina da presa davanti, la memoria da ripassare, il contatto con gli altri attori, occhi, viso, naso, bocca… Una cosa è farlo se sei in disparte, come attore secondario, un’altra cosa è farlo quando sei uno degli attori che porta avanti la stagione. In un progetto come Skam devi stare sempre al massimo. Essere protagonista assoluto o allacciarti solo una scarpa può cambiare la veridicità della scena. Il risultato è quello che abbiamo visto tutti: per me è una delle serie più belle dei nostri tempi.

Ludovico Tersigni: “Credo nel Miglior attore non protagonista”

In effetti il lavoro che hai fatto su Giovanni nella stagione 2 supera perfino quello della stagione 1, in cui eri protagonista. Le scene in cui fai da spalla a Martino sono tra le più memorabili della serie.

Forse sì. Sarà che io credo molto nei piccoli ruoli e nei personaggi secondari. Io credo molto nel premio “Miglior attore non protagonista”: lì puoi fare grandi cose.

Dalla stagione 4 che ti aspetti?

Ora che per la prima volta non uscirà diluita in clip, so che il pubblico se la divorerà nell’arco di 8 ore. Non qualche giorno eh, proprio 8 ore. E io sarò uno di loro.

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