Coronavirus, l’Oms e la pandemia: oltre 100 Paesi accusano la Cina
Le risposte alla pandemia di Coronavirus, le tensioni Usa-Cina, la questione vaccino: sono i temi più caldi sul tavolo dell’Assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che si tiene fra oggi 18 e domani 19 maggio a Ginevra. Sono 194 i Paesi collegati in videoconferenza. L’attenzione massima riguarda la possibilità di un’inchiesta indipendente – proposta dall’Unione Europea e dall’Australia – sull’origine del virus e anche sulla gestione della pandemia da parte della stessa Oms.
Sono 116 i Paesi che appoggiano la bozza di risoluzione proposta dalla Ue, fa sapere la Cnn. Tra i Paesi che chiedono l’inchiesta vi sono anche Russia, India, Giappone, Gran Bretagna, Canada, Indonesia e ovviamente i 27 Stati Ue. Si tratta di un numero molto alto. Tuttavia non ancora sufficiente perché l’Assemblea dia il via libera a un’inchiesta.
La risoluzione su Covid-19, anticipata dalla Reuters, apparirà ufficialmente soltanto il 19 maggio. Necessita del sostegno di due terzi dei 194 membri dell’assemblea, ossia 129 Stati membri. L’Oms, attraverso il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha replicato. E ha preso le distanze. “Un’inchiesta indipendente sulla pandemia di coronavirus – ha detto Ghebreyesus – sarà fatta al primo momento opportuno”.
La Cina non figura tra i Paesi disposti ad appoggiare la risoluzione. Si è sempre fortemente opposta all’ipotesi di un’indagine internazionale sulla pandemia. Anzi, Pechino rivendica di aver “agito in modo trasparente”. “Abbiamo fornito tutte le informazioni nel modo più tempestivo possibile. Abbiamo condiviso la nostra esperienza senza riserve”, dice il presidente Xi Jinping. Xi ha detto che la Cina donerà “2 miliardi di dollari” all’Oms per combattere il coronavirus. “Il vaccino che sta sviluppando la Cina contro il Covid-19 sarà a disposizione di tutti”, ha promesso Xi.
Secondo il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, “la porzione di popolazione che ha sviluppato anticorpi” a Covid-19 “non supera il 20%. In molte aree è pari a meno del 10%. In altre parole, “la maggioranza della popolazione è ancora suscettibile al virus”. “La pandemia ci ha dimostrato che investire nella sanità deve essere al centro dello sviluppo di ogni Paese – ha sottolineato il capo dell’Oms -. È una necessità. La salute non è un costo, è un investimento. La salute non è un premio per lo sviluppo ma un prerequisito”.