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Coronavirus, fase 2: dalle mascherine ai guanti, come vanno usati

Mascherine, guanti e visiere vengono usati correttamente? Quanto è importante saper adoperare questi strumenti di salute nella fase 2 dell’emergenza coronavirus e anche nel futuro? Sono domande che tutti cominciano a farsi. Tanto più che il Sars-Cov-2 potrebbe divenire una pandemia endemica, cioè stabile, un po’ come l’influenza stagionale. Si dovrà perciò prendere una dimestichezza quasi “naturale” con i dispositivi di sicurezza.

Falso senso di sicurezza

“Ormai i dispositivi di protezione individuale non rappresentano più una novità a cui prestiamo attenzione nell’uso quotidiano. Questa consuetudine ci ha instillato un falso senso di sicurezza”, spiega all’Ansa Michele Riva, medico del lavoro e ricercatore all’Università di Milano-Bicocca.

Il caldo e le telefonate

“A questo dobbiamo poi aggiungere il caldo stagionale, che ci fa tollerare sempre meno l’indosso della mascherina così come dei guanti. E poi certe abitudini scorrette, come quella di parlare al telefono con la mascherina a penzoloni e il viso scoperto a contatto con lo smartphone potenzialmente infetto”.

La mascherina

Se usata correttamente, “la mascherina chirurgica può ridurre fino a un quinto il rischio di contagio, ma deve essere integra, non usurata e non bagnata”, argomento Carlo Perno, docente di microbiologia e virologia all’Università Statale di Milano, a Elisa Buson dell’ Ansa. “Quando la si indossa bisogna coprire bene naso e bocca: gli uomini, in particolare, dovrebbero evitare la barba lunga, che impedisce una buona aderenza al volto”. Una volta tolta, la mascherina può essere riusata se ancora in buone condizioni: basta metterla a prendere aria, “evitando però di appenderla all’attaccapanni vicino ad altri indumenti e non appoggiandola a diretto contatto col tavolo di lavoro se condiviso con altri colleghi e non sanificato”, precisa Riva.

La visiera

Per parrucchieri, estetisti e massaggiatori, che lavorano a stretto contatto con il cliente, è importante indossare non solo la mascherina ma anche la visiera. Questa infatti funge da barriera meccanica contro le goccioline di saliva. A fine giornata il dispositivo va maneggiato con cura, toccando la banda che lo fissa alla testa e non la visiera contaminata, che andrà pulita “con acqua e sapone o alcol denaturato”, spiega Perno.

I guanti

Infine il capitolo guanti. “Se usati in maniera scorretta possono addirittura favorire il contagio”, sottolinea il virologo. “Quando li indossiamo non dobbiamo toccarci il volto e gli occhi, perché possono veicolare il virus. Meglio cambiarli spesso, ma se non è possibile allora è meglio farne a meno. È più sicuro stare a mani nude, a patto di lavarle bene e frequentemente con acqua e sapone o gel igienizzate”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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