Eric Clapton e l’insuccesso degli anni ’70: “Volevo ritirarmi”
Eric Clapton non è un semplice chitarrista, attraverso la sua musica infatti riesce a far nascere della vera magia. Nonostante il suo successo sia ormai planetario, questo musicista non ha mai smesso di darsi per scontato e di sorprendere i suoi innumerevoli fan. La sua carriera è stata piena di vittorie e anche di sconfitte, ma la sua professionalità e il suo forte desiderio di fare musica non l’hanno mai fatto arrendere. Esatto, Clapton, uno dei più grandi artisti della storia della musica, ha avuto anche degli insuccessi. Forse non tutti conoscono questa parentesi della vita del chitarrista, ma quest’ultimo negli anni ’70 ha addirittura pensato di ritirarsi dalle scene.
Il flop inaspettato: le dure parole di Clapton
Negli anni ’70 la carriera di Eric Clapton andava alla grande. Ricordiamo che fino ad oggi il chitarrista ha suonato insieme ad altri artisti importantissimi come i Cream, i Bluesbreakers e tantissimi altri. Prima di affermarsi definitivamente come solista infatti ha voluto sperimentare più stili possibili: dal blues al rock psichedelico. In uno di questi esperimenti l’uomo – proprio negli anni ’70 – ha pubblicato un album che ha ottenuto uno scarso successo. Stiamo parlando di “There’s One in Every Crowd“, album pubblicato solo qualche mese dopo il suo grandissimo “461 Ocean Boulevard“. Il primo disco nominato ebbe davvero poco riscontro da parte del pubblico e della stampa, sebbene Clapton fosse inizialmente molto soddisfatto del risultato ottenuto. Gli anni ’70 infatti non sono stati molto facili per il chitarrista.
Ecco cosa ha dichiarato l’artista nel lontano 1988 in un’intervista rilasciata per la famosa testata Rolling Stone:
“Per la maggior parte degli anni ’70, ero contento di rilassarmi e fare quello che dovevo fare con il minimo sforzo. Ero molto grato per essere vivo, non volevo spingere. Ero anche stanco di suonare la chitarra. E non solo ero stanco di me stesso, sembrava che l’avvento dei Cream e Led Zeppelin avesse svegliato un intero spettro di chitarristi che volevano solo bruciarsi all’infinito. Più ne sentivo parlare, più mi volevo ritirare.”