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Silvia Mazzieri: “Giada mi riempie il cuore, intanto sogno Grace Kelly” [INTERVISTA ESCLUSIVA]

Occhi azzurri intensi, capelli castani lunghi, un fisico tonico e tornito, un sorriso dolce e allegro che lascia senza fiato. Insomma, una bellezza rara, facilmente immaginabile nel firmamento delle stelle dello spettacolo. E pensare che era così timida e riservata che a quel famoso concorso di Miss Italia 2010 hanno dovuto iscriverla i suoi parenti, perché per lei correre era la massima espressione di libertà e felicità.

Oggi Silvia Mazzieri è una delle giovani attrici più apprezzate sul piccolo schermo, con all’attivo tanti ruoli in serie come “Braccialetti rossi”, “Il paradiso delle Signore”, “Provaci ancora Prof”.  27 anni, pisana di origine ma cresciuta in provincia di Siena, diplomata in chimica industriale, Silvia da circa dieci anni è presente sul piccolo schermo di milioni di italiani, ma mantiene una modestia e una voglia di crescere e imparare davvero encomiabili. Con lei facciamo una chiacchierata telefonica che si rivela interessante e rivelatrice.

Silvia Mazzieri, da Miss Italia 2010 alla fiction “Vivi e lascia vivere”

Quale è stata la cosa più difficile da fronteggiare in questo periodo?
La solitudine, a volte. Siamo sempre circondati da tante persone, quindi nel momento in cui ti trovi solo con te stesso, senza avere alcuna certezza su quando tutto terminerà, anche la quotidianità può diventare tosta. La realtà è che alla fine mi sono accorta che mi piace stare da sola.

L’insegnamento più grande appreso da questa situazione?
Bisogna avere grande forza, pazienza ed equilibrio. In tutta questa storia devo comunque dire che sono stata fortunata, perché avendo due serie in uscita sono stata sempre impegnata.

Infatti, proprio durante la quarantena milioni di italiani sono stati intrattenuti, su Rai Uno, da due serie in cui reciti: “Doc – Nelle tue mani”, con Luca Argentero, e da “Vivi e lascia vivere” con Elena Sofia Ricci. La produzione di “Doc” si è interrotta a causa dell’emergenza, mentre “Vivi e lascia vivere” va avanti fino alla fine di maggio. Che tipo di feedback hai avuto da spettatori e amici?

Sono rimasta molto colpita dal calore che mi ha avvolto. Devo ammettere che avevo un po’ di paura del giudizio. Dopo 10 anni di piccoli ruoli, adesso la gente comincia a ricordarsi qual è la mia faccia! Ho ricevuto tantissimi complimenti, che mi hanno riempito il cuore di gioia: moltissimi mi hanno detto che gli ho fatto compagnia durante la quarantena, altri che li ho emozionati, altri ancora che hanno sentito vicinanza nei confronti di Giada, il personaggio che interpreto in “Vivi e lascia vivere”. Ho cercato di rispondere a ogni singolo commento, di ringraziare tutte le persone che mi hanno scritto, perché mi rendo conto che siamo attori soprattutto grazie al pubblico che ci guarda e ci sostiene.

Silvia Mazzieri, il difficile ruolo di Giada in “Vivi e lascia vivere”

Quello di Giada non deve essere stato un ruolo facile per te: è una ragazza con le idee ben chiare, che si scontra spesso con la madre (interpretata da Elena Sofia Ricci). Cosa hai pensato la prima volta che hai letto la sceneggiatura?

Non avevo letto la sceneggiatura, avevo letto come si sviluppava il personaggio e come si evolveva all’interno della serie. Giada mi è piaciuta da subito: è un personaggio femminile forte, pieno di sfumature, è uno scrigno. Al giorno d’oggi trovare un personaggio che ti dia la possibilità di far vedere e incarnare tante diverse sfaccettature, non soltanto una predominante, è un vero privilegio.

Parliamo invece di “Doc – Nelle tue mani”. Cosa ti porti nel cuore di quel set?

È stata un’esperienza meravigliosa ma dura. Mi ha permesso di tirar fuori il meglio di me. La terminologia medica, il gergo dei dottori, non è stato facile da apprendere e ripetere: è stata una bella sfida. Il riscontro del pubblico per noi tutti è stato molto positivo, la gente ha apprezzato la serie e non vede l’ora di gustarsi nuove puntate, e questa è la gratificazione più grande. La Alba di “Doc” è l’opposto di Giada. È fragile ma ha una grande forza d’animo. Questo personaggio dimostra che nonostante la timidezza e la poca pratica, grazie allo studio, all’esperienza e all’incontro con le persone giuste si possono superare i propri limiti e diventare grandi persone.

Silvia Mazzieri e il sogno del grande schermo dopo la comparsata in “Latin Lover”

Hai 27 anni e hai già fatto tantissima TV ma un solo film, “Latin Lover” di Cristina Comencini. Ti piacerebbe recitare di più sul grande schermo?

La mia partecipazione a “Latin Lover” si è risolta in un cameo, non avevo neanche una battuta, è stata solo una piccola particina. All’inizio è bellissimo avere questo tipo di occasioni, ed è stato bello.

Ti ha fatto venir voglia di fare cinema? Ti ha incuriosita?

Nel momento in cui l’ho vissuta ero inconsapevole, non mi rendevo bene conto di quanto stesse accadendo. Credo che ognuno abbia il desiderio di arrivare sul grande schermo: io sinora ho fatto un percorso diverso, del quale sono estremamente grata e felice. Il sogno del cinema c’è, ma voglio che sia bello, coerente con quello che vorrei, di qualità. Quelle che ho fatto fino ad ora sono scelte attente e curate, non sono una cui piace fare molte cose che poi magari non hanno qualità e un messaggio positivo. Posso sognare il grande schermo, ma voglio sognarlo bello.

Silvia Mazzieri, un passato da atleta e studentessa di chimica

Hai un passato da studentessa di chimica e da atleta a livello agonistico. Come è arrivato il passaggio al mondo dello spettacolo, grazie alla fascia di Miss Cinema, nell’ambito di Miss Italia 2010?

Diciamo di sì: facevo atletica ma sono stata sempre molto timida, pensa che non facevo nemmeno le recite a scuola. Non ho mai avuto il desiderio di apparire davanti a tante persone, trovavo la mia libertà quando correvo. Ho fatto il concorso inconsciamente, sono stati i miei e mio fratello ad iscrivermi ed è andata bene.  Così superato alcune delle mie barriere, ho conosciuto delle ragazze magnifiche con cui ancora mi sento. Poi ho finito gli studi (ero in quarta superiore all’epoca di Miss Italia) e non avevo proprio idea di volere o poter fare l’attrice.

Tante persone mi hanno convinto del fatto che ero portata per la recitazione, avevo il viso giusto, le capacità e l’anima per farlo. E così ho iniziato a studiare recitazione, ho fatto due anni di teatro a Firenze; ho capito che poteva essere qualcosa che avrei voluto fare per il resto della mia vita, ma ancora non c’era quella consapevolezza. Stavo ancora con l’agenzia di Miss Italia quando mi è arrivata la possibilità di partecipare al provino per il progetto dal titolo “Una Ferrari per due”. Avevo due o tre battute, e nel momento in cui mi sono trovata sul set mi sono sentita bene, per nulla a disagio: sapevo come muovermi pur non avendo fatto scuole di cinema o simili.

È stato allora che ho capito che c’era qualcosa di magico, e ho deciso di trasferirmi a Roma per iniziare a studiare ancor più seriamente. Ho fatto la scuola di Gisella Burinato e da lì a poco a poco ho iniziato a fare provini: ne ho sostenuti veramente tanti! Ho ottenuto un piccolo ruolo in “Una Ferrari per due”, e poi un po’ alla volta ho iniziato a recitare in modo più o meno stabile in tanti progetti, con parti piccole come “Braccialetti rossi”. Poi i ruoli sono diventati sempre più importanti, fino ad arrivare agli ultimi, che comunque non sono stati facili da affrontare.

Silvia Mazzieri: “Ho imparato a non fare confronti con gli altri”

La cosa più importante che hai capito?

Ho imparato che non si deve mai fare alcun confronto con i percorsi degli altri, è importante guardare il proprio, seguirlo con passione e impegno. I miei piccoli passi dell’inizio mi hanno permesso di costruire una base solida, crescere pian piano come attrice, capire dove migliorare e fare le scelte giuste.

Se potessi interpretare il personaggio di una serie tv qualsiasi, del presente o del passato, chi sceglieresti?

In generale devo dirti che mi piacerebbe molto interpretare un personaggio in costume, come la Principessa Sissi o Grace Kelly. Tra le serie di questo periodo, mi ha colpito molto “Unorthodox”, credo che l’interpretazione della protagonista Shira Haas sia straordinaria.

Mi è capitato di vedere anche il video di backstage, in cui si spiega bene come Shira, con un’espressione del volto, sappia essere comica e drammatica: le sfumature impercettibili che sa dare al personaggio attraverso un semplice sguardo sono davvero potenti. E’ lì che si vede tutta la bravura di un attore.

Qualche giorno fa sono stati assegnati i David di Donatello. Per chi tifavi?

Per Pierfrancesco Favino, lo adoro. Tutti i candidati erano bravissimi, tutti a mio parere hanno vinto. Però il lavoro nel dettaglio che ha fatto Favino è incredibile, da subito ho tifato per lui! Epoi si vede che è una persona buona, grata, riconoscente. Mi piacciono moltissimo, sia lui che la moglie Anna Ferzetti!

Martina Riva

Musica&Cinema

Da sempre appassionata di tutto ciò che riguarda il mondo dell’intrattenimento, mi sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali con una tesi di laurea in Storia del Cinema sul film “Lolita” di Stanley Kubrick. Finita l’università, mi sono trasferita a Los Angeles, dove, tra le altre cose, ho ottenuto un certificate in giornalismo a UCLA; nella Città degli Angeli ho lavorato per varie TV tra cui KTLA, dove per tre anni mi sono occupata principalmente di cinema, coprendo le anteprime mondiali dei film e i principali eventi legati al mondo spettacolo (Golden Globes, Academy Awards, MTV Awards e altri). Nel 2005 sono approdata alla redazione spettacoli di SKY TG24 dove ho lavorato come redattrice, inviata ai Festival e conduttrice. Le mie passioni principali, oltre al cinema, sono i viaggi, il teatro, la televisione, l’enogastronomia e soprattutto la musica rock. Segni particolari? Un amore incondizionato per i Foo Fighters!

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