Primo piano

Coronavirus, conto alla rovescia per il “Piano Marshall” europeo da 2mila miliardi

La Commissione europea presenterà oggi 27 maggio il suo “piano Marshall” per risollevare l’economia del Vecchio continente piegata dalla crisi dovuta al coronavirus. La notizia è riportata online dall’agenzia di stampa Ansa.

Sette anni di “aiuti”

Gli analisti calcolano che il piano riuscirà a mobilitare più di 2.000 miliardi nei prossimi 7 anni. Una cifra che vale più del doppio di un bilancio europeo tradizionale. Anche se la maggior parte dei fondi saranno disponibili a partire dal prossimo anno, già nel 2020 si riuscirà ad anticipare qualcosa di quel Recovery fund che dovrebbe aggirarsi sui 500 miliardi. Ursula von der Leyen (nella foto in alto), la presidente della Commissione europea ha cercato di accontentare tutti. Chi voleva sovvenzioni a fondo perduto e chi vuol concedere aiuti solo in cambio di riforme. Ci saranno entrambi gli aspetti, sperando che per i 27 sia una proposta accettabile, a cui dare il via libera in tempi rapidi.

Sovvenzioni e prestiti

Perché i fondi potranno cominciare ad arrivare alle capitali solo dopo un accordo definitivo al Consiglio europeo. Come anticipato dalla von der Leyen stessa mesi fa, il Recovery plan userà il prossimo bilancio Ue come base. Bruxelles intende distribuire i fondi attraverso il Recovery and resilience instrument, che darà soprattutto sovvenzioni. E poi prestiti, ai Paesi più colpiti dalla crisi. Le proporzioni potrebbero essere 70 a 30, oppure 60 a 40. Ogni Paese potrà richiedere il suo sostegno preparando un piano di investimenti e riforme che segua le raccomandazioni Ue pubblicate a maggio 2020, da sottoporre a Bruxelles per l’approvazione.

Più digitale e transizione energetica

La Commissione vuole essere sicura che i Paesi spendano in modo coerente con gli obiettivi comuni, cioè nel digitale e nella transizione energetica. Gli altri fondi verranno poi distribuiti attraverso il programma InvestEU che punta agli investimenti strategici, e su uno strumento per la ricapitalizzazione delle imprese – Solvency – entrate in difficoltà con la crisi Covid, che farà arrivare fondi attraverso le banche di promozione nazionale. L’obiettivo della Commissione è ridurre l’attuale frammentazione economica, dove chi aveva più spazio di bilancio ha potuto spendere di più, e chi non ne aveva è rimasto indietro.

Difficile dialogo con l’Olanda

La proposta di Bruxelles sarà solo l’inizio del confronto tra i leader, che avrà il suo momento verità nel vertice del 18 giugno. Il premier Giuseppe Conte si è portato avanti con il lavoro diplomatico e ha sentito il collega olandese Mark Rutte. Conte ha insistito sulla necessità che l’Europa in questo momento si doti di un Recovery Fund “ambizioso”, utile anche a tutelare il mercato interno in maniera adeguata. Un’allusione, probabilmente, anche all’annosa questione del dumping fiscale olandese.

Gualtieri: “La Ue sia ambiziosa”

Ma, almeno per ora, i Paesi Bassi assieme agli alleati ‘frugali’ non cambiano posizione sugli aiuti. Il fondo d’emergenza deve fornire solo prestiti, “senza alcuna mutualizzazione del debito”, ha ribadito Rutte. “Mi aspetto una proposta ambiziosa” ha detto invece il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. “Noi – ha detto Gualtieri a Tg2 Post – siamo per un recovery fund il più ampio possibile. Abbiamo interloquito in questi giorni con la Commissione. Quello che importa è quante risorse avrà, come saranno allocate e l’equilibrio fra contributi a fondo perduto e prestiti: valuteremo sulla base dell’insieme di questi ingredienti”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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