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Twitter “corregge” Trump e lui s’infuria: “Pronto a chiudere i social”

Polemica e scontro frontale fra Donald Trump e Twitter. Il presidente degli Stati Uniti vanta sulla piattaforma social 80 milioni di follower. Ora però, per la prima volta, la società di San Francisco ha osato “correggere” il tycoon. Per l’esattezza in due cinguettii in cui Trump ha evocato il rischio di frode elettorale. Dopo che il governatore della California Gavin Newsom ed altri suoi colleghi democratici hanno introdotto, o stanno valutando, la possibilità del voto per posta a causa del coronavirus.

“I fatti vanno verificati”

Twitter ha segnalato i due tweet con l’avviso di “verificare i fatti” e un link in cui si spiega che le dichiarazioni del tycoon sono prive di fondamento. A riportare questa notizia sono stati la Cnn, il Washington Post e altri media.

Lo schiaffo di Twitter

Un portavoce del social media fondato da Jack Dorsey ha riferito che i tweet di Trump “contengono informazioni potenzialmente fuorvianti sui processi di voto e sono stati contrassegnati per fornire un contesto aggiuntivo”. Lo “schiaffo” di Twitter arriva poche ore dopo che la stessa società si era rifiutata di cancellare i tweet in cui il presidente rilanciava la teoria cospirativa secondo cui l’ex deputato e ora conduttore televisivo di Msnbc, Joe Scarborough, suo acerrimo critico, potrebbe aver giocato un ruolo nella morte nel 2001 di una ex collaboratrice parlamentare, Lori Klausutis. La richiesta di rimuovere i cinguettii era stata avanzata dal vedovo della donna.

Trump infuriato

L’ira di Trump si è sfogata subito sulla stessa piattaforma, con accuse pesanti. “Twitter sta interferendo nelle elezioni presidenziali 2020. Stanno dicendo che la mia dichiarazione sul voto per posta, che porterà a una massiccia corruzione e alla frode, non è corretta, basandosi sul fact-checking delle Fake News Cnn e del Washington Post”, ha twittato. “Twitter sta completamente sopprimendo la libertà di parola ed io, come presidente, non consentirò che accada!”, ha aggiunto.

“Pronti a chiudere i social”

”I repubblicani – ha scritto in un tweet – sentono che le piattaforme dei social media mettono completamente a tacere le voci dei conservatori. Faremo dei regolamenti oppure di chiudiamo, perché non possiamo permettere che questo accada. Abbiamo visto cosa hanno cercato di fare, e non è riuscito loro, nel 2016. Non possiamo permettere che ciò accada di nuovo, in maniera più sofisticata. Proprio come non possiamo permettere che elezioni per posta mettano radici nel Paese”.

Jack Dorsey, 43 anni, fondatore di Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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