Musica

Morte George Floyd: da Lady Gaga a Jay-Z, il supporto delle star USA

Prende piede in USA la protesta scatenatasi in seguito all’ennesimo sopruso di polizia ai danni di cittadini afroamericani, questa volta conclusosi con la morte di George Floyd la scorsa settimana. Un evento capace di catalizzare anni di rabbia covata ed esplodere con una violenza quale non si vedeva dai fatti di Baltimora e, secondo alcuni, dalle rivolte di Los Angeles del 1993. La differenza sostanziale con i riots di trent’anni fa sta però nel profondo e radicato supporto che i contestatori godono dalle frange più insospettabili dell’establishment; sono sempre di più infatti le star del cinema, lo spettacolo e la musica italiana ad aver fatto sentire la propria voce in favore dei manifestanti.

Si scatenano le popstar americane in sostegno dei manifestanti: da Taylow Swift a Beyoncé, la musica si schiera contro gli assassini di George Floyd

Le proteste, presto evolutesi in autentica rivolta, hanno dunque goduto di profondo sostegno da parte di personaggi pubblici, colpiti quanto i cittadini dall’omicidio di George Floyd. Da Beyoncé a Rihanna, da Cardi B ad Ariana Grande fino a nomi relativamente imprevedibili come Justin Bieber hanno fatto sentire la propria voce per esprimere il proprio sostegno nei confronti dei manifestanti. Altri, sopratutto nel fronte cinematografico, hanno già avviato petizioni e collette per finanziare il rilascio degli arrestati; in altri casi ancora, i toni si sono rivolti direttamente al Presidente Trump.

La più dura nel suo attacco è stata probabilmente Taylor Swift, che ha accusato il Presidente USA di aver “alimentato razzismo e white supremacy lungo tutta la propria presidenza“, e promette di votargli in massa contro a novembre. “Ha fallito“, le fa eco Lady Gaga, “non fa altro che offrire ignoranza e pregiudizio“; “Fuck The Police” twitta senza mezzi termini Madonna. Fa ancora di più la coppia Beyoncé-Jay Z, con il rapper e imprenditore che avrebbe chiesto e ricevuto un incontro con il Governatore del Minnesota: al centro dell’incontro, ovviamente, il mancato arresto degli assassini di George Floyd.

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