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Usa, distrutto il ristorante di Bastianich: ma le sue parole lasciano a bocca aperta…

La rabbia esplosa negli Stati Uniti in seguito alla morte dell’afroamericano George Floyd per mano della polizia, il 25 maggio, continua a dar vita a manifestazioni non violente per chiedere giustizia ma ha anche effetti devastanti. Si contano infatti a decine nelle maggiori metropoli gli atti di vandalismo ai danni di centri commerciali, negozi, ristoranti, edifici.

Vittima di uno di questi atti di vandalismo è stato il locale del celebre chef Joe Bastianich. Alcuni manifestanti hanno preso d’assalto il suo ristorante in Melrose Avenue a Los Angeles nella notte tra sabato 30 e domenica 31 magio. Il locale di Bastianich, La Pizzeria Mozza e di Chi Spacca (due parti diverse dello stesso ristorante), è stato quasi distrutto.

Hanno spaccato il vetro e gettato benzina per bruciare gli interni, un disastro – ha raccontato lo stesso chef italo-americano ex giudice di Masterchef Italia -. Hanno rubato il vino e gli incassi”. “Tutti hanno il diritto di protestare e anche di agire per essere ascoltati – ha aggiunto – mi spiace però che una minoranza di persone sfrutti questi momenti per rubare o spaccare”. Bastianich ha però le idee molto chiare sulla protesta, nonostante il disagio ricevuto.

“Siamo indignati – dice -, questo Paese non può avere futuro se non risolve questa ferita razziale. Se il costo per dare giustizia a Floyd è un ristorante bruciato, lo sopporto. L’importante è non stare in silenzio”. Il ristorante dello chef ex volto di Masterchef stava peraltro per riaprire dopo due mesi di emergenza coronavirus: ora, prima di tornare all’attività, si dovrà ricostruire tutto.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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