MondoNews

Banksy per George Floyd: sui social le sue immagini contro il razzismo

Anche la voce di Banksy – l’artista senza nome seguito da milioni di follower – si è levata, potente, contro il razzismo generato dal ‘sistema bianco’ per rendere omaggio a George Floyd. E per far sentire la sua vicinanza alle rivolte che da Minneapolis stanno contagiando mezzo mondo.

Sul suo profilo Instagram l’artista ha pubblicato due immagini, la prima è un dettaglio della seconda, e poi un messaggio dove spiega il suo punto di vista. Come sempre ricca di significato e densa di metafore, l’opera di Banksy consiste in un volto stilizzato avvolto nel buio con due fessure chiare per gli occhi.

Il volto è incorniciato, appoggiato ad una parete sulla quale è appesa una bandiera americana. Accanto alla cornice ci sono dei fiori, senza colore, ed una candela accesa dalla cui fiamma la bandiera a stelle e strisce comincia a prendere fuoco. Dopo la potenza dell’immagine, quella delle parole.

Banksy racconta che all’inizio pensava di limitarsi ad ascoltare le ragioni degli afroamericani su questo tema. Ma poi l’artista confessa di aver capito che quel problema era un problema creato dai “bianchi” e che quindi “toccava a loro risolverlo”. Ma se il sistema “bianco” non lo farà, “qualcuno dovrà salire le scale e venire al piano di sopra a dare un calcio alla porta”. Proprio come farebbe una famiglia che vede il proprio appartamento allagato a causa di una perdita d’acqua che viene dal piano di sopra e che i proprietari non riparano come dovrebbero.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio