Isola delle Femmine, un crowdfunding “tutto rosa” per acquistarla
L’Isola delle Femmine, la riserva naturale in provincia di Palermo gestita dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (Lipu), è in vendita da quasi tre anni. Attualmente è una proprietà privata.
Valentina Greco, Stefania Galegati, Claudia Gangemi e Marcela Caldas hanno lanciato un appello a 350.000 donne per acquistare insieme l’isola chiedendo loro una quota di 10 euro ciascuna. A tale scopo le ragazze hanno lanciato un crowdfunding destinato a tutte coloro che vorranno contribuire alla realizzazione del progetto.
Peraltro, nel corso della mostra She is-Land di Stefania Galegati – che si terrà fino al 31 luglio alla Galleria Francesco Pantaleone di Palermo – verranno organizzati diversi incontri a proposito dell’argomento. Abbiamo parlato con Valentina Greco per saperne di più…
L’IDEA
Come e quando è nata questa idea?
«L’intuizione della riappropriazione condivisa al femminile della piccola isola è nata circa 3 anni fa da una mia idea, su ispirazione dell’Isola delle Rose, una piattaforma artificiale al largo delle coste romagnole; l’idea è stata accolta immediatamente da Stefania Galegati e da Claudia Gangemi a cui si è aggiunta poi Marcela Caldas. L’isola nel nostro caso non aveva bisogno di essere costruita materialmente, ma esisteva già a 300 metri dalla costa della provincia di Palermo e aveva un nome evocativo: Isola delle Femmine. Il percorso si è intensificato di sogni e gioia quando abbiamo scoperto che quella piccola porzione di terra era in vendita sul sito di un’agenzia immobiliare».
A proposito di agenzia immobiliare, avete già spiegato le vostre intenzioni ai proprietari dell’isola?
«Fino ad ora non ne abbiamo avuto la possibilità, ma vorremmo farlo al più presto».
IL PROGETTO
Quindi in cosa consiste esattamente il vostro progetto?
«Attraverso un piano di crowdfunding stiamo invitando 350.000 donne a comprare per 3.500.000 euro l’isolotto con quote singole da 10 euro. Abbiamo simbolicamente mantenuto la cifra della prima richiesta che abbiamo visto sul sito dell’agenzia. A tal proposito abbiamo costituito un’associazione culturale per la raccolta fondi; in particolare, stiamo definendo un modello adatto per versare le quote di partecipazione all’acquisto tramite il sito www.isoladellefemmine.net che è ancora in fase di costruzione».
IL FUTURO
Una volta raggiunto il vostro scopo, cosa ne sarà di quei pochi metri quadrati di terra?
«Vorremmo che l’isola diventasse uno dei luoghi possibili attraverso cui sperimentare il concetto di proprietà collettiva e per comprenderne lo scarto di pensiero nelle relazioni. Il percorso e il tempo del possibile acquisto collettivo è soprattutto un modo per riflettere su temi come il limite dell’utile, il tempo improduttivo, la gestione del bene comune e la proprietà privata, l’accesso collettivo alla proprietà, la tutela del territorio, i femminismi e le loro derive, la memoria e l’apertura al fallimento. Inoltre, desideriamo che l’azione dell’acquisto mantenga il livello empirico di trasformazione intuitiva rispetto ai temi accennati. Capiremo tutte insieme quale sarà il modello adatto».