Giugno è il mese dedicato alla lotta contro l’infertilità, una patologia cronica (secondo la definizione della OMS) che colpisce più di 70 milioni di coppie in tutto il mondo, con grandi implicazioni sociali e psicologiche. Una malattia che va a toccare le donne nella loro essenza e che pertanto non può essere trattata alla stregua di altre patologie meno “intrusive”, dal punto di vista fisico e psicologico. Nonostante i passi da gigante che in questi trent’anni ha fatto la ricerca scientifica nell’ambito della Medicina della Riproduzione, ancora oggi assistiamo spesso ad una stigmatizzazione sociale delle donne che lottano per avere una gravidanza.

Allora nel mese che celebra il tema dell’infertilità vorrei condividere una riflessione con voi. Noi donne italiane sappiamo poco o niente di fertilità, di come si curi, di come si prevenga, perché culturalmente non ci è mai stata data un’educazione in tal senso. Per questo penso che sarebbe importante intervenire sulle ragazze, dando loro una formazione senza pregiudizi in materia di fertilità.

Ad esempio, molte ragazze non sanno che le infezioni sessualmente trasmesse, alcune delle quali quasi asintomatiche, come la Clamidia, possono essere causa di sterilità. O ancora, poche sanno che la fertilità diminuisce drasticamente con l’avanzare dell’età (già dopo i 35 anni) ed è condizionata da patologie molto comuni (ad esempio la policistosi ovarica e l’endometriosi) e lo scoprono solo attraverso l’esperienza personale.

Infertilità: le giovani donne devono acquisire consapevolezza e conoscenza

In un Paese come il nostro, che presenta uno dei più bassi tassi di natalità al mondo, l’infertilità dovrebbe diventare un argomento di cui le donne acquisiscano conoscenza e consapevolezza sin da molto giovani e non più un tema scoperto solo nel momento in cui si accenda la volontà di avere un figlio. Campagne di educazione e prevenzione dovrebbero, già nelle scuole, informare ragazze (e ragazzi) sugli stili di vita corretti da seguire, su tutte le nuove possibilità di preservazione della fertilità, come il congelamento dei gameti, per ragioni mediche o sociali.

Solo con questo spirito divulgativo e creando una cultura che ci permetta di conoscere opzioni e opportunità legate alla procreazione, un tempo non perseguibili, forse ogni donna sarà più consapevole della propria salute riproduttiva e pertanto più libera di scegliere il proprio futuro.

Dottoressa Daniela Galliano