Giù le statue di Colombo in America: “Rappresenta il genocidio” [FOTO]
Cristoforo Colombo, il grande navigatore genovese che, al servizio dei re di Castiglia e di Aragona (in Spagna) scoprì l’America nel 1492, “rappresenta l’oppressione razziale dei bianchi”. Ne sono convinti alcuni sostenitori del movimento antirazzista Black Lives Matter. Per questo in varie città d’America si sono scatenati vandalizzando e in qualche caso abbattendo le statue di Colombo.
Il caso George Floyd
Blm (Black Lives Matter) è un movimento divenuto celebre nel mondo a seguito dell’omicidio dell’afroamericano George Floyd. Il 46enne ha perso la vita ucciso dalla polizia a Minneapolis (Usa) il 25 maggio scorso. Da oltre due settimane dilagano negli Stati Uniti e in altri paesi del mondo manifestazioni, sit-in e cortei per chiedere giustizia e parità razziale. Qualcuno però, non contento, se la prende con le statue dei grandi del passato.
Abbattimenti di statue
Così alcuni attivisti hanno decapitato la statua di Cristoforo Colombo a Boston (nella prima foto in alto, tratta da Twitter / @Phil_Lewis_). Altri l’hanno abbattuta a Minneapolis. Altri ancora hanno demolito e gettato in un lago a Richmond, in Virginia, un’altra effige dello scopritore delle Americhe (nella foto sopra). In quest’ultimo caso i manifestanti si erano radunati nel William Byrd Park chiedendo a gran voce la rimozione della statua di Cristoforo Colombo, quale simbolo di oppressione razziale. Dopo aver legato il monumento con alcune corde, lo hanno buttato giù e dato alle fiamme. Quindi lo hanno fatto rotolare in un lago nel parco tra gli applausi della folla. Il piedistallo vuoto è stato dipinto e coperto da un cartello che dice “Colombo rappresenta il genocidio”.
Nuovi nomi per le basi militari?
La protesta esplosa dopo l’uccisione di George Floyd si allarga e coinvolge anche dieci delle più importanti basi militari negli Stati Uniti. Le quali potrebbero cambiare nome: quelle intitolate ad eroi confederati. Tra queste Fort Bragg in North Carolina, Fort Benning in Georgia e Fort Hood in Texas. La volontà di rinominare le basi – secondo quanto riportano alcuni media – è stata espressa dal segretario alla difesa Mark Esper e dall’Army Secretary Ryan McCarthy. Lo avrebbero deciso al Pentagono dopo settimane di proteste in tutto il Paese contro il razzismo.
Discriminazioni nelle forze armate
Finora l’esercito era sempre stato contrario a un cambio di nome delle basi. La situazione però è sempre più socialmente incandescente in America. Dopo la rivolta contro le statue che raffigurano personaggi e simboli confederati e dell’epoca della schiavitù (finita nel 1865), tutto potrebbe cambiare. Inoltre le stesse forze armate Usa, come emerge da alcuni rapporti, hanno ammesso come ci siano diseguaglianze e discriminazioni diffuse nel trattamento del personale militare afroamericano. Più soggetto ad esempio a punizioni e sanzioni disciplinari.