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Coronavirus, Conte interrogato dai pm: “Perché non hai fatto la zona rossa a Bergamo?”

Giornata campale a Palazzo Chigi, oggi 12 giugno, per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La pm di Bergamo Maria Cristina Rota lo interrogherà a proposito dell’emergenza coronavirus. Nell’ambito dell’inchiesta sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, nel Bergamasco.

Si tratta di due paesi che hanno sofferto moltissimo e hanno costituito un focolaio molto grave di Sars-CoV-2. Le autorità lombarde avevano chiesto a marzo l’istituzione della zona rossa nel Bergamasco ma il governo non l’aveva accordata. L’ipotesi è che se invece ciò fosse accaduto i dati della pandemia in Lombardia e in Italia oggi sarebbero meno gravi.

Il pubblico ministero interrogherà il premier come persona informata sui fatti. Ma i magistrati bergamaschi sono a Roma da ieri 11 giugno per raccogliere le deposizioni degli esponenti di governo e dei tecnici che hanno lavorato nell’emergenza coronavirus. E in particolare per avere la loro versione sulla mancata zona rossa ad Alzano e Nembro.

Una vicenda su cui la magistratura ha acceso un faro per capire se istituirla spettava al Governo o alla Regione o a entrambi. E se ci siano o meno responsabilità penali. Il non aver isolato i due Comuni, dove già dalla fine di febbraio i contagi erano cresciuti i maniera esponenziale, è stata una delle cause che ha portato all’alto numero di morti in Val Seriana e nelle sue Rsa? Questo è un altro tema di indagine assieme a quello del caso dell’ospedale di Alzano.

Non cessano, intanto, le polemiche. Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori in un tweet si è lamentato che in Regione Lombardia “da quando abbiamo segnalato che i decessi reali erano molti di più di quelli ufficiali, hanno secretato i dati per provincia”. Immediata la replica del Pirellone secondo cui la denuncia di Gori “non corrisponde al vero” perché l’informazione “non è cambiata e continua a essere la stessa”.

I camion militari carichi dei feretri delle vittime del Covid-19 a Bergamo, nel marzo 2020, in piena pandemia

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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