Le ripercussioni internazionali dell’omicidio dell’afroamericano George Floyd a Minneapolis (Usa) da parte della polizia stanno sconvolgendo da giorni l’Inghilterra. Un’immagine che non ci saremmo aspettati sta facendo il giro del mondo: un nero antirazzista che a Londra salva dalle violenze, caricandoselo sulle spalle, un estremista di destra bianco.
L’antefatto
Dalle televisioni, sui social e in Rete rimbalzano le foto dei violenti scontri che a Londra hanno visto protagonisti i manifestanti neri del movimento Black Lives Matter e i suprematisti bianchi. Domenica 14 giugno, nella capitale inglese, una contromanifestazione di hooligan e militanti di estrema destra ha provocato scontri con la polizia, giornalisti picchiati – tra cui l’italiano Corrado Amitrano – e l’oltraggio della targa a Keith Palmer, il poliziotto inglese ucciso dall’Isis nel 2017 a Westminster. Un dimostrante bianco (poi arrestato) vi ha urinato sopra.
Patrick Hutchinson e l’uomo bianco
Ora però, l’immagine di cui parliamo potrebbe cambiare le cose. Patrick Hutchinson, un uomo nero, muscoloso, si carica sulle spalle un manifestante suo nemico: bianco, di destra. E lo porta in salvo, già ferito dai colpi ricevuti da altri esponenti di Blm (Black lives matter). “Lo avrebbero ucciso” ha poi dichiarato. La scena si svolge all’esterno della stazione londinese di Waterloo, dove infuria la battaglia tra gli attivisti di Blm e hooligans con esponenti della destra radicale.
Il racconto del protagonista
“Ma non sono un eroe, mi hanno aiutato anche altre persone”, ha raccontato Patrick Hutchinson alla tv britannica Channel 4. “Stavano pestando quell’uomo. Era in pericolo di vita. Così ho deciso di agire”. “È stato un attimo – ha dichiarato Hutchinson -, non ti rendi davvero conto di quanto sia pericoloso”. “Ho visto una persona in grossa difficoltà allora mi sono buttato a terra anch’io e, sotto calci e pugni, ho provato a tirarla fuori da lì, proteggendola con il mio corpo. Ho ricevuto moltissimi colpi anch’io ma per fortuna altri mi hanno fatto scudo. Non sono un eroe. È stato un lavoro di squadra”. “Se allo stesso modo i tre poliziotti che erano inerti intorno a George Floyd in America avessero agito, mentre stava per essere ucciso, sarebbe ancora vivo. Invece non lo hanno fatto”.