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Robert Doisneau e il suo celebre bacio in mostra a Bologna

LA MOSTRA

Robert Doisneau è il titolo della grande mostra dedicata al fotografo francese, aperta fino al 20 settembre a Palazzo Pallavicini a Bologna. L’esposizione è curata dall’Atelier Robert Doisneau, creato nel 1986 da Francine Deroudille e Annette Doisneau, allo scopo di conservare e rappresentare le opere del padre. In particolare, l’archivio è costituito da 450.000 negativi prodotti in oltre 60 anni di attività dell’artista.

LE OPERE IN MOSTRA E LA FOTOGRAFIA UMANISTA

Nelle prestigiose sale di Palazzo Pallavicini è possibile ammirare 143 fotografie in bianco e nero, provenienti per l’appunto dell’Atelier francese che raccontano l’appassionante storia autobiografica di Doisneau. Quest’ultimo è stato tra i protagonisti della fotografia umanista – una corrente europea, ma prevalentemente francese – che poneva al centro della propria attenzione l’uomo inserito nei vari contesti sociali. È nata alla fine della Seconda Guerra Mondiale per protrarsi fino alla fine degli anni ’60.

Robert Doisneau, L’information scolaire, Paris 1956 © Atelier Robert Doisneau

LA SUA RICERCA 

Tramite la sua ricerca, Doisneau tende ad osservare il quotidiano, la strada, e a concentrarsi soprattutto sulle condizioni di svantaggio sociale delle classi sottoproletarie. Oltre alla scena in sé, il maestro francofono cerca di catturare le emozioni dei protagonisti nel tentativo di attribuire loro egual valore rispetto al contesto in cui si trovano. Pertanto, nelle opere in mostra a Bologna compaiono fabbriche, i sobborghi grigi delle periferie parigine, le botteghe, i bambini indisciplinati, la guerra della Resistenza, il popolo parigino al lavoro o in festa, la campagna francese, gli artisti, le celebrità dell’epoca ed il mondo della moda. Tutti questi soggetti sono il fulcro di un racconto fotografico a proposito di un universo che «non ha nulla a che fare con la realtà, ma è infinitamente più interessante».

UN GENIO RIBELLE

Di natura ribelle, il lavoro di Doisneau alterna momenti di disobbedienza e di rifiuto per le regole stabilite con immagini giocose e ironiche, frutto della giustapposizione tra elementi tradizionali ed anticonformisti. Come i “colleghi” André Kertész, Eugène Atget e Henri Cartier-Bresson, il fotografo francese rivolge la sua attenzione in particolar modo ai bambini, di cui coglie momenti di libertà e di gioco fuori dal controllo dei genitori. In conclusione, Doisneau trasmette una visione affascinante della fragilità umana, non catturando la vita così come si presenta, ma come vuole che sia.

Robert Doisneau, Be bop en cave, Saint Germain des prés 1951 © Atelier Robert Doisneau

IL BACIO ALL’HOTEL DE VILLE 

Alla mostra in Via San Felice 24 a Bologna è esposta anche la famosissima fotografia Le Baiser de Hôtel de Ville, scattata da Robert Doisneau nel 1950 e oggi divenuta ormai simbolo dell’amore. L’immagine ritrae una coppia mentre si bacia davanti al Municipio di Parigi.

LA STORIA

A tale scopo, l’artista chiese a Françoise Bornet, una studentessa di teatro, e al suo ragazzo Jacques Carteaud di posare per un servizio fotografico per la rivista statunitense Life. L’identità della coppia rimase misteriosa fino al 1992; poi, in quell’anno, Denise e Jean Louis Lavergne si presentarono in una trasmissione televisiva francese sostenendo di essere i protagonisti della fotografia e denunciando l’autore per non aver chiesto loro il permesso.

LA RIVELAZIONE

A quel punto Doisneau fu costretto a rivelare che i soggetti erano stati colti in posa e non «sorpresi al volo», come invece garantì Life ai suoi lettori pubblicando il servizio. Di conseguenza Françoise Bornet tornò dal fotografo e dimostrò di essere la ragazza immortalata, mostrando anche la copia autografata della stampa che Doisneau le aveva inviato all’epoca, pochi giorni dopo averla sviluppata. Françoise vendette poi la stampa nell’aprile del 2005 per 155.000 €.

 

INFORMAZIONI UTILI

Robert Doisneau

a cura dell’Atelier Robert Doisneau

Palazzo Pallavicini

Via San Felice, 24

Bologna

Fino al 20 settembre 2020

Orari e giorni di apertura dal 06.03.20 al 21.06.20

Da giovedì a domenica dalle 11.00 alle 20.00 (chiusura biglietteria ore 19.00) 

Apertura estiva dal 25.06.20 al 09.08.20

Mattina dalle ore 10.00 alle 14.00 (chiusura biglietteria ore 13.00)

Pomeriggio dalle ore 16.00 alle 20.00 (chiusura biglietteria ore 19.00)

Chiuso lunedì, martedì e mercoledì

Pausa estiva dal 10.08.20 al 26.08.20

Orari e giorni di apertura dal 27.08.20 al 20.09.20

Da giovedì a domenica dalle 11.00 alle 20.00 (chiusura biglietteria ore 19.00) 

Ingresso consentito solo indossando la mascherina (non fornita dal Palazzo Pallavicini) e mantenendo il distanziamento di 1 metro.

Prima della visita, si consiglia comunque di consultare il sito ufficiale www.palazzopallavicini.com

Manuela Valentini

Arte&Cultura

Manuela Valentini lavora tra Roma e Bologna. Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Bologna, è curatrice indipendente di mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Tra i vari progetti realizzati, si ricorda New Future – una collettiva promossa da Visioni Future, MAMbo e BJCEM – durante la quale sono stati presentati i lavori di tredici artisti visivi selezionati al W.E.Y.A World Event Young Artist di Nottingham. Ha inoltre curato un focus a proposito dell’arte giovane italiana in occasione di Mediterranea 16, la sedicesima edizione della Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo. Infine, nel 2014 ha portato un’installazione di Marcos Lutyens in esposizione al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Iscritta all’ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, si è occupata di due rubriche (Ritratto del curatore da giovane e L’altra metà dell’arte) per Exibart – per cui continua a scrivere – ma l’esordio in ambito giornalistico è avvenuto nel 2010 sulle pagine culturali de Il Resto del Carlino.

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