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Coronavirus e inquinamento, esplode la produzione di rifiuti

La pandemia del Covid-19 ha ormai in tutto il mondo, fra le sue conseguenze, il drammatico aumento dei rifiuti da smaltire. Secondo quanto riportato da Gabriella Colarusso su Repubblica il 25 giugno, a Wuhan (Cina), primo epicentro mondiale della pandemia, gli ospedali oberati di pazienti e di lavoro nel momento del picco del coronavirus, sono uscite 240 tonnellate di rifiuti medici al giorno.

Discariche di fortuna…

Vale a dire sei volte il livello normale. Una quantità di gran lunga superiore alla capacità di smaltimento degli inceneritori della megalopoli da 11 milioni di abitanti, che è di 49 tonnellate al giorno. Nel pieno della crisi del coronavirus, a metà febbraio, un’area del parcheggio del Tongji Hospital di Wuhan era stata convertita addirittura a discarica temporanea. L’ospedale produceva troppe tonnellate di rifiuti e i dirigenti non sapevano dove stoccarle e sterilizzarle.

Asia nei guai

I dati, riporta Repubblica, sono stati forniti dal ministero dell’Ambiente cinese e dall’Asian Development Bank. Il fenomeno registrato a Wuhan si è verificato in tutta l’Asia: Manila, la capitale delle Filippine, ha prodotto almeno 280 tonnellate di rifiuti sanitari al giorno. Giacarta, in Indonesia, 212 tonnellate. Bangkok, in Thailandia, 210. Hanoi, in Vietnam, 160. Kuala Lumpur, in Malesia, 154.

Ma anche in Europa la situazione è grave

Il Thailand Environment Institute ha calcolato che ad aprile, in Thailandia, gli ospedali hanno prodotto 50 tonnellate di rifiuti infetti al giorno, ma gli inceneritori del Paese avevano una capacità di smaltimento per sole 43. A Madrid la produzione di rifiuti ospedalieri è aumentata del 300% durante la pandemia, in un Paese che ha solo 11 inceneritori per i rifiuti urbani.

Guanti e mascherine vanno smaltiti bene

Molti di questi rifiuti speciali finiscono nelle discariche insieme al resto dell’immondizia indifferenziata, aggravando le conseguenze ambientali della crisi sanitaria. Il sovraccarico degli ospedali è però soltanto una delle ragioni dell’aumento dei rifiuti nel mondo. La pandemia ha imposto ai cittadini l’utilizzo di dispositivi di protezione come guanti e mascherine, che ora rischiano di non essere correttamente smaltiti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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