C’è un accordo fra il Governo e le Regioni per far ricominciare la scuola il 14 settembre, dopo mesi di chiusura per il coronavirus. Lo scrive online Il Corriere della Sera. Distanze in classe di almeno un metro e possibilità, da valutare a fine agosto, di non indossare sempre la mascherina. Oltre, naturalmente, ai tamponi, che verrebbero effettuati a campione sia sul personale scolastico che sui ragazzi. In realtà, oggi 26 giugno, è successo di tutto. Persino che il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, abbia tentato di bloccare in extremis l’intesa sulla data.
Il no della Campania
“Non daremo l’intesa, non diremo che siamo d’accordo con le misure che saranno prese”, ha dichiarato De Luca. Il quale ha ribadito la “nostra critica ferma al ministro dell’Istruzione per la quale i problemi della scuola sono diventati marginali rispetto alla politica politicante”. “Non daremo l’intesa perché consideriamo irresponsabile il voto il 20 settembre, e non è stato definito l’organico dei docenti”.
Una data controversa
Appare legittimo quantomeno contestare la data del 14 settembre. Considerato che, appunto, il 20 settembre è al momento la data fissata per il recupero delle elezioni amministrative in alcune regioni che avrebbero dovuto svolgersi a primavera. Naturalmente negli edifici scolastici, naturale sede elettorale. Bambini e ragazzi dovrebbero quindi, a settembre, rientrare in classe a ridosso della tornata elettorale nelle aule.
Ma il ministero dà il via libera
Tuttavia appaiono chiare la parole del sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro, intervenuto a SkyTg24, oggi 26 giugno. “Le scuole riapriranno l’1 settembre per i corsi di recupero e il 14 c’è la riapertura vera e propria”. “Il 20 settembre – ha aggiunto – spero davvero che si riesca a fare quello che in tanti stanno chiedendo, cioè cercare luoghi alternativi alle scuole per svolgere le elezioni. Diversamente sarebbe onestamente un cazzotto nell’occhio e una vera beffa. Spero si risolva positivamente”.
Linee guida
In ogni caso un punto positivo c’è. Dopo aspre polemiche ora l’intesa di massima esiste. Regioni ed Enti Locali hanno dato il via libera alle nuove linee guida per il rientro a scuola da settembre. “Un ottimo risultato” e “le Regioni hanno avuto un ruolo determinante nella costruzione di un Piano scuola 2020-2021 che rispondesse il più possibile alle diverse esigenze dei docenti e dei dirigenti scolastici, degli studenti e degli enti locali”. Questo il commento del presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
Le distanze in classe
Nella bozza del documento è stato inserito un esplicito riferimento al distanziamento fisico che richiama le raccomandazioni del Comitato Tecnico Scientifico. “Il distanziamento fisico, inteso come un metro fra le rime buccali (le bocche – ndr.) degli alunni, rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione”, si legge nella bozza.
Soddisfazione del governo
Grande “soddisfazione” è stata espressa dal ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia. “Un primo importante passo avanti. Ora dobbiamo continuare a lavorare insieme anche con il massimo coinvolgimento delle forze sociali”, afferma il ministro della Salute Roberto Speranza. “È essenziale – aggiunge – investire nuove ingenti risorse per garantire la riapertura di tutte le scuole nella massima sicurezza. È un obiettivo fondamentale su cui tutto il Paese deve essere unito”.