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Filippo de Pisis: una mostra omaggio al pittore ferrarese a Palazzo Altemps

DE PISIS A PALAZZO ALTEMPS, ROMA

Fino al 20 settembre 2020 il Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps presenta Filippo de Pisis, una mostra prodotta da Electa e dedicata al grande pittore ferrarese. Un’iniziativa da non perdere che vanta opere di notevole maestria pittorica, collocate all’interno di una cornice prestigiosa e dal fascino eccezionale. Inoltre, l’evento rientra in un programma espositivo focalizzato sul Novecento italiano, non a caso il protagonista della mostra autunnale sarà Alberto Savinio. Si rinnova così la felice collaborazione con la città di Milano, in cui nei mesi scorsi, al Museo del Novecento, è stata ospitata la più ampia retrospettiva degli ultimi 50 anni di de Pisis.

Filippo de Pisis (Ferrara 1896 – Milano 1956) è stato un artista e scrittore di rilievo nel panorama pittorico italiano a cavallo tra le due guerre. In esposizione vi è una ricca proposta di carte e acquarelli, oltre a ventisei dipinti sapientemente selezionati dal curatore Pier Giovanni Castagnoli insieme ad Alessandra Capodiferro, responsabile del Museo di Palazzo Altemps. Un viaggio simbolico in oltre trent’anni di ricerca, capaci di restituire una vicenda creativa oggi ancora non sufficientemente riconosciuta, nonostante la fortuna di critica ed espositiva ottenuta all’epoca.

Filippo de Pisis
L’archeologo, 1928
Genova, Galleria d’Arte Moderna
Credits: Comune di Genova – Musei di Nervi – Galleria d’Arte Moderna
© Filippo de Pisis by SIAE 2019

IL PERCORSO DELLA MOSTRA

Gli esordi

Nella prima sala capolavori quali Le cipolle di Socrate (1926), L’archeologo (1928), Il piede romano (1936) o altri disegni che esaltano il nudo virile rappresentano una testimonianza di come l’artista guardasse all’arte del passato, con una particolare attenzione nei confronti dell’arte antica e della statuaria greca e romana. Un momento decisivo per l’affermazione della sua carriera fu il 1916, anno in cui nella natia Ferrara conobbe i fratelli Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, i quali influenzarono non poco il suo stile. Negli anni Venti l’artista si dedica ancora molto alla scrittura, ma un soggiorno a Roma lo porterà ad aprire nuovi percorsi e a stringere fruttuosi rapporti con l’ambiente artistico locale.

La Ville Lumière e le nature morte

Poi nel 1925 de Pisis si trasferisce a Parigi, città che in quel periodo stava vivendo un momento estremamente fertile in quanto a proposta culturale. Entrò in contatto con artisti ed intellettuali europei di grande fama come Braque, Picasso, Matisse, Joyce, Svevo e Cocteau che lo porteranno a maturare nuove ispirazioni e sperimentazioni. Nelle nature morte inserisce spesso tra gli oggetti ritratti sullo sfondo un “quadro nel quadro” includendo anche omaggi a colleghi, come avviene per esempio in Natura morta con quadro di De Chirico del 1928. La Ville Lumière gli offre anche la possibilità di esercitarsi nella pittura en plein air con pennellate brevi e veloci vicine all’impressionismo, tuttavia de Pisis non concepisce il paesaggio come un’istantanea registrazione visiva ma come uno stato d’animo.

Filippo de Pisis
Natura morta marina, 1929
Olio su cartone telato, 50,2 × 70,8 cm
Milano, Collezione Augusto
e Francesca Giovanardi
Foto di Alvise Aspesi
© Filippo de Pisis by SIAE 2019

La maturità

Altri soggetti assai frequenti nella produzione dell’artista sono rappresentati dalla figura umana, il nudo virile ed i ritratti: dal Marinaio francese a Colette (1933), passando al confronto con l’arte antica come nei molti dipinti dedicati al San Sebastiano. Alla fine degli anni Trenta de Pisis può dirsi pienamente affermato grazie alla partecipazione ad alcune tra le principali manifestazioni artistiche in Italia: in questo periodo è infatti invitato ad esporre alla Biennale d’Arte di Venezia e alla Quadriennale di Roma. Pertanto, il suo stile si affina e si conferma inimitabile nel corso del tempo e durante altri svariati soggiorni a Parigi, Milano, Venezia, in Cadore, a Cortina d’Ampezzo e nel Gers.

La malattia

Il 1948 segna l’inizio di un periodo difficile per de Pisis. In questo anno la Biennale di Venezia gli riserva una sala personale con oltre trenta opere degli ultimi vent’anni, ma gli viene negato il Gran Premio della Giuria per la sua omosessualità. Anche la malattia nervosa, che già si era affacciata da qualche tempo, si aggrava e lo porta a lunghi ricoveri in case di cura, principalmente a Villa Fiorita a Brugherio. Anni di così profonda sofferenza sono segnati però anche da nuove capacità espressive e intuizioni compositive innovative. Il tratto breve, tipico della sua pittura, la semplificazione e la rarefazione dei segni si accentuano. La poesia e l’armonia, da sempre ricercate, si esprimono in opere in cui gli oggetti, ormai familiari, vivono nuove inquietudini e melanconie come ne Il Cielo a Villa Fiorita (1952), tra gli ultimi capolavori del catalogo dell’artista, morto nel 1956.

La mostra è accompagnata da un unico catalogo edito da Electa per entrambe le sedi espositive.

INFORMAZIONI

titolo mostra Filippo de Pisis

sede Museo Nazionale Romano Palazzo Altemps

Roma, Piazza di S. Apollinare, 46

www.museonazionaleromano.beniculturali.it

date al pubblico 17 giugno – 20 settembre 2020

a cura di Pier Giovanni Castagnoli con Alessandra Capodiferro

promossa da Museo Nazionale Romano, Museo del Novecento di Milano

organizzazione e catalogo Electa

orari dal martedì al venerdì dalle ore 14.00 alle 19.45

(ultimo ingresso ore 19.00)

il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 19.45

(ultimo ingresso ore 19.00)

chiuso il lunedì

biglietti acquistabili unicamente online www.coopculture.it e tramite call center 0639967701

Obbligo di indossare la mascherina per tutta la durata della mostra.

Manuela Valentini

Arte&Cultura

Manuela Valentini lavora tra Roma e Bologna. Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Bologna, è curatrice indipendente di mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Tra i vari progetti realizzati, si ricorda New Future – una collettiva promossa da Visioni Future, MAMbo e BJCEM – durante la quale sono stati presentati i lavori di tredici artisti visivi selezionati al W.E.Y.A World Event Young Artist di Nottingham. Ha inoltre curato un focus a proposito dell’arte giovane italiana in occasione di Mediterranea 16, la sedicesima edizione della Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo. Infine, nel 2014 ha portato un’installazione di Marcos Lutyens in esposizione al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Iscritta all’ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, si è occupata di due rubriche (Ritratto del curatore da giovane e L’altra metà dell’arte) per Exibart – per cui continua a scrivere – ma l’esordio in ambito giornalistico è avvenuto nel 2010 sulle pagine culturali de Il Resto del Carlino.

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