Ricordare significa riflettere, seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere“. Sono queste le parole più forti pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Bergamo il 28 giugno.

Morti senza funerale

Il Capo dello Stato si è recato in una delle città italiane in assoluto più colpite dal coronavirus fino a oggi. Mattarella ha assistito alla Messa da Requiem di Donizetti davanti al cimitero monumentale cittadino, alla presenza dei 324 sindaci dei Comuni della provincia. Per un omaggio a quei morti che non hanno nemmeno potuto avere un funerale per l’emergenza coronavirus.

Un grazie a medici e volontari

“Fare memoria significa anzitutto ricordare i nostri morti e significa anche assumere piena consapevolezza di quel che è accaduto – ha detto il presidente della Repubblica -. Senza cedere alla tentazione illusoria di mettere tra parentesi questi mesi drammatici per riprendere come prima – ha continuato il Capo dello Stato -. Significa allo stesso modo rammentare il valore di quanto di positivo si è manifestato. La straordinaria disponibilità e umanità di medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari, Forze dell’Ordine, volontari. Vanno ringraziati: oggi e in futuro”.

“Strada stretta, ci vuole coraggio”

“Tra l’omaggio reso alla lapide con la preghiera in poesia di Ernesto Olivero e la Messa da Requiem di Donizetti, lo spazio delle parole è doverosamente limitato; e rivolto soltanto a riflessioni essenziali. Qui a Bergamo, questa sera, c’è l’Italia che ha sofferto, che è stata ferita, che ha pianto”. “La strada della ripartenza è stretta e in salita – ha aggiunto – . Va percorsa con coraggio e determinazione. Con tenacia, con ostinazione, con spirito di sacrificio. Sono le doti di questa terra, che oggi parlano a tutta l’Italia per dire che insieme possiamo guardare con fiducia al nostro futuro”.

“Una maggioranza silenziosa e concreta”

“Come ben sanno i sindaci – che, vorrei ricordare anche qui, nei giorni più difficili, hanno operato con la più grande dedizione – si sono formate e messe in opera, in ogni comune, tante reti di solidarietà. Una maggioranza silenziosa ma concreta del nostro popolo che, senza nulla pretendere, si è messa in azione e ha consentito al Paese di affrontare le tante difficoltà e continuare a vivere. Senso del dovere e buona volontà di singoli. Queste risorse, accanto allo spirito di sacrificio e al rispetto delle regole, che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ha dimostrato, costituiscono un patrimonio prezioso per il Paese, da non disperdere”.