Dalla Cina un nuovo virus: “Può diventare una pandemia”

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Un virus simile a quello dell’influenza H1N1 responsabile della pandemia del 2009 è tornato a utilizzare l’organismo dei maiali per modificarsi, imparando ad aggredire l’uomo. È stato scoperto in Cina, nell’ambito di un progetto di sorveglianza avviato da anni per sorprendere sul nascere eventuali virus capaci di provocare pandemie.

Mentre si dà la caccia a future minacce, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) si preoccupa di rintracciare le origini dell’attuale pandemia di Covid-19. Così ha deciso di inviare in Cina una squadra incaricata di risolvere quello che a oggi risulta ancora un enigma.

La scoperta del nuovo virus rientra in un vasto programma di sorveglianza raccomandato da anni dall’Oms per bloccare precocemente il rischio di nuove pandemie o per preparare in tempo le contromisure, dai piani pandemici al vaccino. Descritto sulla rivista dell’Accademia delle Science degli Stati Uniti, il virus è stato individuato dal gruppo coordinato da George Gao e Jinhua Liu. Si tratta, rispettivamente, di docenti delle Università agrarie di Pechino e Shandong. Hanno collaborato anche i Centri cinesi per il controllo delle malattie (Cdc China).

Sono gruppi di ricerca da tempo in contatto con l’Oms. Il loro lavoro di sorveglianza si è esteso anche agli esseri umani impiegati negli allevamenti. Così gli scienziati hanno scoperto la presenza di anticorpi nel 10% di un campione di circa 300 persone. Questo significa che il virus sa aggredire l’uomo ma non ha ancora fatto il passo ulteriore. Ossia al momento non è riuscito a trasmettersi da uomo a uomo. La ricerca non descrive però sintomi e manifestazioni cliniche.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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