Libri

Premio Strega, Veronesi mattatore: vince per la seconda volta

Sandro Veronesi vince per la seconda volta il Premio Strega, il più prestigioso premio letterario italiano. Lo scrittore fiorentino ha trionfato nella serata della finalissima, giovedì 2 luglio, con 200 voti per il suo Il colibrì (La nave di Teseo). Al secondo posto, Gianrico Carofiglio con La misura del tempo (Einaudi), 132 voti, e al terzo Valeria Parrella con Almarina (Einaudi), 86 voti.

Gli altri finalisti

Al quarto posto Gian Arturo Ferrari con Ragazzo italiano (Feltrinelli), 70 voti, al quinto Daniele Mencarelli con Tutto chiede salvezza (Mondadori), 67 voti e al sesto Jonathan Bazzi con Febbre (Fandango Libri), 50 voti. A presiedere il seggio Antonio Scurati, vincitore della scorsa edizione del Premio Strega. Hanno votato in 605 su 660 aventi diritto al voto.

Le parole del vincitore

“Sto pensando alla mia famiglia, ai miei figli, a mia moglie, ai miei fratelli. Sto pensando al mio editore, a Elisabetta Sgarbi, a Umberto Eco che è stato così generoso da fondarla questa casa editrice. Sto pensando agli amici che mi hanno sostenuto, che hanno votato il libro. Sto pensando all’uomo nuovo, che poi è una donna. A tutte le persone nuove che ci sono e a tutte le navi in mare” ha detto Veronesi. Lo scrittore aveva già vinto il Premio Strega nel 2006 con Caos Calmo, diventato un film di Antonello Grimaldi con Nanni Moretti.

Villa Giulia ai tempi del Covid

Veronesi ha voluto dedicare la vittoria a tutte queste cose, in questa edizione memorabile dello Strega, con in corsa una sestina e due titoli Einaudi ex aequo, al Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma, semi deserto, senza il grande pubblico degli anni scorsi. Una ottantina le persone sedute ai tavoli, in una serata bollente che ha visto il ritorno del tavolo della giuria e della mitica lavagna dove si segnano i voti sulla balconata del Ninfeo, come nelle dieci edizioni a partire dal 1953. Di vincere lo Strega due volte era successo finora solo a Paolo Volponi, nel 1965 con La macchina mondiale e nel 1991 con La strada per Roma.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio