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Ennio Morricone ha scritto il suo necrologio da solo: “A mia moglie rinnovo l’amore”

“A mia moglie Maria il più doloroso addio”. Così il Maestro Ennio Morricone, morto lunedì 6 luglio all’età di 91 anni, in uno struggente necrologio che ha scritto per la sua morte. È stato l’amico di famiglia, e suo legale, Giorgio Assumma, a rendere nota l’esistenza e la pubblicazione del necrologio. Più sotto riproduciamo una parte del testo.

Nel necrologio Ennio Morricone, autore delle più belle colonne sonore del cinema mondiale, ricorda con particolare affetto il regista Giuseppe Tornatore. Ma anche altri amici, abbraccia i figli, i nipoti. “Spero che comprendano quanto li ho amati”, scrive. Quindi spiega perché ha dato disposizione per funerali privati. “Per una sola ragione: non voglio disturbare”.

Il testo del necrologio

“Io ENNIO MORRICONE sono morto.

Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicino e anche a quelli un po’ lontani che saluto con grande affetto. Impossibile nominarli tutti. Ma un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta, amici fraterni molto presenti in questi ultimi anni della nostra vita. C’è una sola ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare.

Saluto con tanto affetto Ines, Laura, Sara, Enzo e Norbert, per aver condiviso con me e la mia famiglia gran parte della mia vita.

Voglio ricordare con amore le mie sorelle Adriana, Maria, Franca e i loro cari e far sapere loro quanto gli ho voluto bene. Un saluto pieno, intenso e profondo ai miei figli Marco, Alessandra, Andrea, Giovanni, mia nuora Monica, e ai miei nipoti Francesca , Valentina, Francesco e Luca. Spero che comprendano quanto li ho amati.

Per ultima Maria (ma non ultima). A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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