Lo spaventoso incendio della cattedrale di Notre-Dame a Parigi, il 15 aprile 2019, ha lasciato un segno indelebile sulla Francia. La discussione, oltre un anno dopo la tragedia, verte su come ricostruire la guglia ottocentesca le cui immagini del crollo fecero il giro del mondo.

Deve essere ricostruita secondo il disegno originale? Questo al momento è l’orientamento prevalente. Ed è, soprattutto, il parere che la commissione dei beni culturali dovrebbe consegnare entro il 9 luglio al governo. “C’è un largo consenso su questo punto”, ha confermato la nuova ministra della Cultura, Roselyne Bachelot.

Potrebbe finire così la battaglia tra “modernisti” e “antichi”, osserva su Repubblica Anais Ginori. Ossia fra coloro che volevano inserire un segno di contemporaneità nel cantiere e i puristi che si opponevano a qualsiasi cambiamento. Era lo stesso Macron a essere finito tra i “modernisti”. Il presidente della Repubblica, spiega Repubblica, ipotizzava un grande concorso internazionale con la partecipazione di archistar. Nei mesi successivi all’incendio dell’aprile 2019 si erano visti progetti in vetro, titanio, terrazze vegetali.

Alla fine la guglia che svettava sul tetto potrebbe tornare identica a quella immaginata da Viollet-le-Duc a fine Ottocento. Ciò che potrebbe mutare è invece il tetto della cattedrale. Tra le ipotesi allo studio c’è l’idea di ricostruire la copertura di Notre Dame con un telaio di metallo. Ora l’ultima parola spetterà comunque al capo di Stato che ha promesso di finire il cantiere entro il 2024, in tempo per i Giochi Olimpici previsti a Parigi.