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Coronavirus e accordo sul Recovery fund: strada in salita per Conte, ore decisive

Si va verso un accordo europeo sul Recovery fund per gli aiuti all’Italia ma la strada resta in salita. Dopo una lunga notte di consultazioni fra i leader della Ue, il vertice a Bruxelles si prende una pausa di qualche ora. Nel pomeriggio di oggi 20 luglio si cercherà di nuovo l’intesa al fine di risollevare le economie del vecchio continente che il coronavirus sta mettendo a durissima prova.

I mercati e l’euro

Intanto i mercati appaiono fiduciosi: l’euro ha aperto ai massimi da marzo mentre lo spread in avvio di seduta è in calo a 155. Alla ripresa dei lavori del summit, entrato oggi 20 luglio nella sua quarta giornata, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dovrebbe presentare una nuova proposta formale.

Meno fondi, la pressione dei Paesi “frugali”

Si tratta, secondo riporta online l’Ansa, di una proposta che sarà basata su una dotazione di 390 miliardi di euro di sovvenzioni. In sostanza, un importo inferiore rispetto ai 500 miliardi del progetto iniziale. Una somma, cioè, che sia accettabile per i cosiddetti “Paesi frugali”. Si tratta di Paesi Bassi, Austria, Svezia, Danimarca, ai quali si è unita la Finlandia. Un gruppo ostile a prestare denaro con poche garanzie a Italia, Spagna, Portogallo e Grecia.

Confronto serrato

“Michel non ha anticipato null’altro ma ha detto che proporrà oggi una soluzione con una riduzione dei grants a 400 miliardi e 390 miliardi. La soluzione da 400 miliardi” di sussidi nel Recovery plan “condurrebbe un maggiore sconto per i Paesi che ne hanno diritto e quella da 390 miliardi un minore sconto”, ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al rientro in albergo dopo la lunga notte in Consiglio. “In questo momento ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni e il confronto diventa più risolutivo”, ha aggiunto Conte.

Secondo round decisivo

Quanto alla alla soluzione possibile sulla governance del Recovery fund che elimini il meccanismo di veto sui piani di riforma nazionali, il premier ha precisato che “abbiamo indirizzato il procedimento di verifica e controllo dello stato di avanzamento dei progetti secondo una più corretta soluzione, rispettosa delle competenze dei vari organi definite dai Trattati”. L’attenzione è rivolta al nuovo round delle 16, come ha anche ricordato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz: “Terminati dei negoziati difficili, possiamo essere soddisfatti del risultato oggi. Si continua nel pomeriggio”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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