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21 luglio: non è una data come un’altra. Neil Armstrong, Genova, Roger Waters e Boris Giuliano

21 luglio: non è mai stata una data come un’altra. Almeno quattro eventi la annoverano tra le giornate da ricordare ogni anno. Come se fosse destinata a scandire pezzi di memoria storica, la data torna infatti nel corso dei decenni a sancire un balzo o uno strappo; poco cambia: quel che era, non sarà più lo stesso.

Il primo balzo dell’umanità?

Un piccolo passo per l’uomo e un grande balzo per l’umanità”: nel 1969 Neil Armstrong poggiava il suo piede d’astronauta sulla Luna. Era la prima volta nella storia dell’umanità, e l’affermazione di Armstrong pareva già scritta per farne una narrazione epica. 19 minuti dopo di lui, anche Buzz Aldrin toccava suolo e la missione Apollo 11 arrivava all’apice, con tanto di passeggiata lunare. Ma c’è di più. Come fosse un viaggio in una qualsiasi capitale europea, ecco arrivare l’immagine di un souvenir. I telespettatori di tutto il mondo videro Armstrong raccogliere un campione di terreno e infilarselo in tasca per portarlo indietro sulla Terra. Scacco matto. Su un gesto tanto semplice si chiudeva una partita politica durata anni: per l’America di Kennedy, perfino andare sulla Luna era una vacanza. Sono trascorsi altri 51 anni da quel giorno. La teoria del complotto lunare, ovviamente con Kubrick alla regia, arriverà più tardi ed è un’altra storia ancora. O forse è la stessa.

21 luglio 1979, Boris Giuliano

Esattamente 10 anni dopo, il 21 luglio del 1979, l’umanità compiva invece un grande balzo indietro con l’assassinio di Boris Giuliano. Il capo della squadra mobile beveva un cappuccino al Lux Bar di Palermo quando, con tre colpi al collo e poi altri quattro nella schiena, la sua vita si interrompeva per sempre all’età di 48 anni. La mano del killer che uccise Giuliano, un corleonese di nascita, cognato di Salvatore Riina e destinato a diventare uno dei più grandi boss mafiosi siciliani, era ai suoi esordi con i primi “omicidi eccellenti” malavitosi. Pochi giorni prima di morire Boris Giuliano aveva scoperto il suo nascondiglio segreto: Leoluca Bagarella.

“I fatti del G8 di Genova”

Non passano leggeri tra le maglie del 21 luglio – che ritorna ancora una volta – neanche quelli che ormai vengono comunemente chiamati “i fatti del G8 di Genova”. Con “fatti”, a distanza di 19 anni da quell’estate 2001, si circoscrive genericamente, tutt’ora, quel che è accaduto tra giovedì 19 e domenica 22 luglio. Per chi invece conserva una memoria precisa di quei “fatti”, in cui qualcosa è andato storto ma fare giustizia non è stato scontato, la data del 21 luglio non porta con sé solo il nome di Armstrong, ma anche quello di Genova. E con lei quello di Carlo Giuliani, della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto.

Berlino canta “The Wall” il 21 luglio 1990

Quello che succedeva 11 anni prima, invece, il 21 luglio del 1990 a Berlino, ha più a che vedere con una danza dell’umanità. Raccogliendo 250.000 spettatori – numero che a ridosso dello spettacolo salirà a circa 350.000 – in un unico mega evento, a quasi un anno dal grande crollo, Roger Waters dei Pink Floyd cantava “il muro” su quel che rimaneva delle macerie del Muro. Insieme a Waters sull’enorme palco costruito a Potsdamer Platz dai reduci di una generazione nata divisa, uno schieramento di star internazionali. Cindy Lauper, Sinead O’ Connor, gli Skorpions, Van Morrison e Brian Adams. Nel ricordo di chi c’era e nella malinconia di chi non ha potuto esserci, “The Wall” si scagliava come un inno titanico e sarcastico contro la barriera più famosa del Novecento. Il Muro del terrore diventava una scenografia pirotecnica, violata dallo show in una messa in scena del suo stesso crollo (tra “The Trial” e “The Tide is Turning”), ormai ridotto a brandelli e ridicolizzato nell’unica funzione che gli rimaneva concessa: quella di souvenir.

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