Tanto sfrontata, tosta e dura sullo schermo, quanto aggraziata, pacata, lievemente timida nella quotidianità. Scoprire il suo lato discreto, riservato e quella compostezza tipica di chi sta toccando il proprio sogno con la delicatezza con cui si sfiora una bolla di sapone col terrore che possa scoppiare, è una piacevole sorpresa.

Al telefono Margherita Morchio conversa con calma e, ponderando ogni parola, risponde timida alle nostre domande incalzanti. Vent’anni, milanese, diplomata al liceo linguistico ma appassionata di recitazione sin da quando era piccola, Margherita adora Wes Anderson e Paolo Virzì, stima Luca Marinelli e Jasmine Trinca.

Dopo aver debuttato sul grande schermo nel film “Succede”, opera prima di Francesca Mazzoleni tratta dall’omonimo romanzo di Sofia Viscardi, e dopo una partecipazione alla fiction Rai “Volevo fare la rockstar”, Margherita ha invaso i televisori di tutto il mondo come protagonista di “Curon”, la serie originale a tema thriller soprannaturale prodotta da Netflix.

Margherita Morchio è Daria, protagonista della serie di Netflix “Curon”

“Curon” affronta il tema del doppio, delle oscure ombre e presenze che emergono dal lago di Resia, degli amori adolescenziali, della difficoltà di crescere. E Margherita si distingue per la sua recitazione sempre credibile e molto a fuoco sul personaggio coraggioso e determinato di Daria.

Come sei arrivata alla parte di Daria in “Curon”? Attraverso il classico metodo del provino?

Sì esatto, il provino me lo ha fatto fare la mia agenzia, il percorso è stato abbastanza canonico. Ne ho fatti quattro di provini alla fine, ma già al secondo avevo incontrato il regista Fabio Mollo e per l’inizio di agosto sono stata presa. A quel punto abbiamo iniziato a fare le prove tutti insieme, con gli altri attori. So di essere stata l’ultima del cast ad essere selezionata, e in effetti sentivo una pressione notevole, perché ero consapevole di quanto fosse importante il mio ruolo all’interno della storia.

Che ricordi hai di quei provini? Ti hanno fatto recitare parte del copione o piuttosto ti hanno lasciata improvvisare?

Mi hanno fatto recitare diverse scene tratte dalla sceneggiatura; di improvvisazione non ce n’è stata molta, è capitato che il regista mi abbia dato delle direttive specifiche e mi abbia chiesto di andare leggermente fuori dal testo scritto, ma senza inventare troppo. All’ultimo provino ho recitato con Federico Russo (l’attore che interpreta Mauro, il fratello di Daria, ndr) che era già stato preso per la parte e quella è stata la prima volta in cui ho interagito con un possibile Mauro. Con lui è andato tutto molto bene, Federico è un ragazzo molto solare ed espansivo, mi ha accolta con grande affetto, mi ha fatto sentire molto a mio agio. Per me è stato estremamente importante, perché sono una ragazza piuttosto timida e vivo i provini con una grande agitazione, sono stata fortunata.

La cosa interessante è che, come dici tu, Federico è molto energetico e solare ma in “Curon” il suo personaggio è piuttosto silenzioso, introverso. Tu, al contrario, nella serie sei determinata, forte, ti fai sempre sentire, ma nella vita reale confessi di essere timida e riservata. Come siete riusciti a diventare così diversi da quelli che siete nella realtà?

Abbiamo avuto la grande fortuna di fare tre mesi di prove prima dell’inizio delle riprese. Siamo stati seguiti da un acting coach davvero molto bravo, che ci ha dato grande supporto e tanti consigli ottimi. Durante quelle prove siamo venuti a contatto con i nostri personaggi e i legami che li uniscono. Ci siamo concentrati tanto sui rapporti che uniscono Daria e Mauro, un lavoro assolutamente imprescindibile, soprattutto per due persone che non si conoscevano affatto e avevano bisogno di creare un legame tra gemelli da trasferire poi sullo schermo. Sono convinta che in ognuno di noi ci siano innumerevoli personalità, e anche se di base sono una ragazza riservata e silenziosa, sono sicura che dentro di me ci sia anche una piccola Daria, che grazie alle prove e al lavoro di preparazione fatto sono riuscita a tirar fuori.

Ricordi cosa hai provato la prima volta che hai letto la sceneggiatura completa di “Curon”?

La prima volta che ho letto il copione l’ho trovato stranissimo, innanzitutto per la novità del progetto, poi per il fatto che fosse pieno di mistero, di elementi soprannaturali. Una delle cose che mi hanno stupito di più era che fosse pieno di legami tra i vari personaggi della storia, li ho trovati da subito molto onesti e veritieri, soprattutto quello tra i due gemelli Daria e Mauro.

Che emozione è stata vedere per la prima volta il prodotto finito, dopo tanti mesi di prove e riprese?

Mi sono emozionata tantissimo e, come spesso accade agli attori che si rivedono per la prima volta, non sono riuscita a concentrarmi molto sul prodotto nella sua interezza, mi sono focalizzata molto sulla mia recitazione, sul criticare e giudicare la mia performance di attrice. Credo in generale che sia necessario rivedere più volte un prodotto al quale si è lavorato per poterlo giudicare in modo completo e nella sua totalità.

Quanto è stato importante, per te e per gli altri attori del cast, girare proprio a Curon Venosta, in Trentino, e quindi vivere quei luoghi?

È stato fondamentale, perché Curon non è semplicemente il luogo in cui è ambientata la serie, è uno dei protagonisti di essa. La fortuna di aver girato in quel posto è un privilegio che non sempre si ha. Spesso quando le riprese si svolgono nelle grandi città si hanno molte più distrazioni, si tende a focalizzarsi meno sul proprio personaggio, sulla storia che si sta raccontando. Con “Curon” eravamo immersi nella natura e tutte le avventure che raccontiamo nei vari episodi le abbiamo in qualche modo vissute anche noi attori, quindi una parte di immedesimazione per noi era già fatta.

Una delle cose più interessanti di “Curon” risiede nella mescolanza di generi: vi si trova un po’ di horror, un po’ di thriller, il gioco sul doppio e sul fatto che niente e nessuno è come sembra. Tu che rapporto hai con questo tipo di opere?

I thriller psicologici li guardo e mi piacciono, mentre con i film horror faccio più difficoltà, sono un po’ una fifona: in generale mi fanno molta paura, ma se sono intriganti magari riesco a guardarli fino alla fine.

Nella vita che rapporto hai con la paura?

Devo ammettere che ho paura di tante cose, alcune più realistiche e visibili altre più esistenziali. In generale però cerco sempre di reagire, di essere forte e di non lasciarmi schiacciare da queste paure.

Grazie alla distribuzione di Netflix “Curon” viene visto in ben 190 paesi in tutto il mondo. Che effetto ti fa sapere che magari proprio in questo momento qualcuno ti sta guardando dall’altra parte del mondo? È eccitante o ti fa effetto?

Provo un certo timore, un po’ di paura del giudizio che può venire da tante persone, ma dall’altra parte sento anche una grande soddisfazione. “Curon” è un progetto al quale abbiamo tutti dedicato tanto impegno, passione, tempo ed energie, il fatto che lo stiano vedendo in così tanti territori (dove mi sembra sia piuttosto apprezzato) è una soddisfazione non da poco.

Qual è l’insegnamento più importante che hai tratto da questa esperienza in “Curon”?

Ho imparato ad avere tanta pazienza, a saper disinnescare le emozioni quando diventano troppo forti ed invasive, a sapermi lasciare andare e a non farmi mangiare dal progetto, dalla fatica, dall’impegno che voglio mettere in quello che faccio. E’ necessario cercare il più possibile l’equilibrio.

Non sei nuova al mondo dello spettacolo. Hai già recitato nella parte di Meg nel film del 2019 “Succede” per la regia di Francesca Mazzoleni, e poi hai partecipato alla fiction “Volevo fare la rockstar”. Hai iniziato a studiare recitazione da giovanissima, ma come sta andando la tua vita nel mondo dell’intrattenimento? Ti sta piacendo?

Sì molto, sono sempre stata molto indirizzata verso questo lavoro; tutto è nato come passione, anche se devo ammettere che nel profondo ho sempre saputo che questa sarebbe stata la mia strada, già da quando ero molto piccola. Per ora sta andando bene e mi sta piacendo tantissimo.

E il futuro?

Per adesso mi godo un po’ di riposo. Poi non c’è niente di sicuro. Di certo vorrei fare dei workshop all’estero di recitazione, studiare un po’ e poi non lo so.