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Coronavirus, identikit dell’epidemia: adesso colpisce di più i giovani

In parallelo alla diminuita “potenza” di contagio del Sars-CoV-2 si osserva in Italia anche un’importante variazione dei soggetti più colpiti dal coronavirus.

Dagli anziani ai giovani

L’età media dei casi diagnosticati, spiega Margherita De Bac sul Corriere della Sera, è infatti oggi intorno ai 40 anni. Durante gli scorsi mesi di marzo e aprile, invece, il virus, fortemente aggressivo, colpiva di più le persone sopra i 60 anni. Perché? Cosa è successo nel frattempo? Una possibile spiegazione riguarda il modo in cui la vita degli italiani è cambiata a causa delle misure restrittive imposte dalla quarantena. Molti anziani, spaventati dalle migliaia di eventi luttuosi che hanno colpito amici e parenti, e protetti da figli e nipoti, stanno sempre più a casa. Tendono a uscire, cioè, il meno possibile.

Contagi dall’estero

Chi al contrario, perché deve lavorare, o anche solo per liberarsi dal peso psicologico ed emotivo dovuto a mesi di lockdown, esce spesso senza più troppi scrupoli sono i giovani. Stringono mani, scambiano abbracci e frequentano luoghi chiusi o all’aperto pieni di gente. Fino a incrociare delle persone positive e a diventarlo loro stessi. Lo raccontano al Corriere i tecnici del tavolo congiunto fra Istituto superiore di sanità e ministero della Salute. C’è però anche un altro problema: i focolai d’importazione. Lavoratori e cittadini dell’est Europa che arrivano in Italia provenendo da quelle zone in cui ora il Covid-19 si sta espandendo con forza.

L’ordinanza del ministro

“Ho appena firmato una nuova ordinanza – ha dichiarato il 24 luglio il ministro della Salute Roberto Speranza – che dispone la quarantena per i cittadini che negli ultimi 14 giorni abbiano soggiornato in Romania e Bulgaria.” Questa misura è già vigente per tutti i Paesi extra Ue ed extra Schengen. Il virus non è sconfitto e continua a circolare. Per questo occorre ancora prudenza e attenzione”.

Un milione di lavoratori a rischio

In Italia lavorano circa un milione di cittadini romeni, in gran parte impiegati nell’edilizia e nei servizi alla persona, come colf e badanti. La ripresa della pandemia in Romania e Bulgaria, con la conseguente decisione della quarantena, avrà sicuramente un forte impatto su questo settore del lavoro di cura. È la prima volta dalla riapertura delle frontiere che due paesi dell’area Schenghen (l’area unica senza più frontiere nazionali tra 26 paesi dell’Europa) vengono esclusi dalla libera circolazione.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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