Coronavirus Italia, è allarme: “I giovani finiscono in terapia intensiva”

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“Abbiamo una graduale ascesa dei numeri, ma soprattutto abbiamo anche persone giovani che stanno entrando nelle terapie intensive“. Con questa affermazione, rilasciata al Corriere della Sera, il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) che affianca il governo nell’emergenza coronavirus, Agostino Miozzo, lancia l’allarme.

I numeri del contagio oggi in Italia

Per la prima volta da settimane i nuovi casi di coronavirus superano i 500 in 24 ore. Sono stati 523 i nuovi casi registrati giovedì 13 agosto, secondo i dati del ministero della Salute, mentre mercoledì 12 erano stati 481. Complessivamente sono 252.235 le persone che hanno contratto il virus in Italia a oggi. In calo invece il numero delle vittime: 6 in più rispetto a mercoledì che portano il totale a 35.225, mentre mercoledì l’incremento era di 10. Tra le regioni solo la Valle d’Aosta non fa registrare nuovi casi mentre i maggiori incrementi si registrano in Veneto (+84), Lombardia (+74), Liguria (+63) e Sicilia (+42).

Nuovi possibili lockdown

“Ricordiamoci che questa è una malattia maledetta – afferma Agostino Miozzo al Corriere della Sera -. Quando colpisce può fare male. Non sta passando la percezione del pericolo e mi preoccupa il senso di onnipotenza dei giovani. Se continua così nuovi divieti saranno inevitabili. L’andamento della curva epidemica ci dice che l’Italia è in movimento e il virus sta viaggiando. Se ci faremo sfuggire nuovi focolai avremo guai seri. Non ce lo possiamo permettere”.

Discoteche aperte? “Un pericolo”

Inoltre, sostiene ancora Miozzo, “tra i nuovi contagiati c’è una quota alta di persone che scoprono di aver ballato troppo e di aver fatto vacanze nel pieno disprezzo delle regole minime che con ossessione continuiamo a raccomandare perché sono le uniche vere terapie protettive. Bisogna intervenire su questo” limitando “gli assembramenti. Nell’ambito del Cts abbiamo sempre avvisato che le discoteche riaperte sarebbero state un pericolo. Continuiamo a lanciare messaggi di educazione, chiediamo di prepararsi a una nuova possibile emergenza, di limitare i danni”.

I nuovi positivi hanno meno di 40 anni

“Se si contagiano molti giovani una quota, seppur minima di essi, si ammala gravemente”, spiega l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, capo della task force regionale della Puglia. L’esperto aggiunge che “Cinque pazienti tra i 20 e i 30 anni sono in condizioni critiche”. Come riporta sempre il Corriere, secondo Massimo Antonelli, capo del dipartimento Emergenza-Urgenza del Policlinico Gemelli di Roma e componente del Cts: “L’ultimo bollettino in Italia dà 55 pazienti assistiti con la ventilazione meccanica. Durante i mesi clou dell’epidemia chi veniva ricoverato in Terapia intensiva aveva principalmente tra i 60 e gli 80 anni, oggi la fascia d’età si sta decisamente abbassando.”

Età media più bassa

I nuovi ricoverati in Rianimazione hanno prevalentemente tra i 40 e i 60 anni”. I nuovi positivi — come evidenzia l’Istituto superiore di Sanità — hanno spesso meno di 40 anni. E tra coloro che stanno male e vengono ricoverati anche senza finire in Terapia intensiva, “l’età media adesso è intorno ai 50 anni”, ha aggiunto l’assessore alla Sanità della Lombardia Giulio Gallera.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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