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La Russia sfida gli Usa nello Spazio: missione per conquistare Venere

I russi vorrebbero tornare su Venere e riportare campioni di suolo sulla Terra. Lo fa sapere Dmitry Rogozin, il capo dell’agenzia spaziale di Mosca. Gli scienziati hanno intenzione di costruire veicoli spaziali alla SpaceX, cioè razzi che si possano riutilizzare come quelli prodotti dall’azienda americana dell’imprenditore Elon Musk.

L’obiettivo, naturalmente, è sfidare e battere gli eterni rivali statunitensi nell’infinita corsa allo Spazio. Secondo la Agence France Presse (AFP) lo stesso Rogozin ha rivelato che l’agenzia sta costruendo un razzo a metano. Si ceca di sostituire la navicella Soyuz-2. Il nuovo razzo potrà essere riutilizzato – questa sarebbe l’intenzione – almeno 100 volte. L’agenzia spaziale russa intende sfruttare le conoscenze acquisite e sperimentate dagli americani, in particolare dagli ingegneri di SpaceX. Al fine di non ripetere gli errori che hanno fatto e di superarli.

Scatta una sorta di sfida. Che per i russi passerà da una “scorciatoia”: gli ingegneri di Mosca vogliono accorciare i tempi. Per quanto riguarda Venere, il capo dell’agenzia parla di un pianeta ancora “russo”, rimandando al fatto che l’Unione Sovietica è stata l’unica nazione che è riuscita a far atterrare un veicolo sul pianeta. Atterrare su Venere è infatti molto complicato. Il pianeta è totalmente avvolto da un’atmosfera rovente fatta quasi tutta da biossido di carbonio.

Studiare la condizione odierna di Venere, secondo molti scienziati, potrebbe permettere di comprendere i livelli di rischio da parte della Terra di finire nella stessa situazione. Questo perché l’uomo e l’ambiente stanno immettendo sempre più gas serra nell’atmosfera. Un elemento che sta contribuendo in maniera determinante al riscaldamento della Terra.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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