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Usa, Trump accusa TikTok di spionaggio per la Cina: si dimette il Ceo Kevin Mayer

In un’America sempre più infuocata per l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali di novembre, a fare le spese dello scontro elettorale è il popolare social media TikTok. Lanciato dai cinesi e divenuto amatissimo dagli adolescenti in tutto il mondo, TikTok è al centro di una bufera politica e diplomatica internazionale fra gli Usa e la Cina. App cinesi come Tiktok e WeChat sono accusate di raccogliere clandestinamente dati personali riservati dei cittadini americani. In sostanza di attentare alla sicurezza nazionale.

La guerra ai social di “The Donald”

Una vera e propria guerra tecnologica, secondo alcuni, che adesso ha una sua nuova “vittima” sacrificale. Si è dimesso infatti, non senza una polemica lettera di addio, l’amministratore delegato di TikTok Kevin Mayer. Era in carica soltanto da tre mesi dopo un passato di brillante manager alla Disney. Nelle scorse settimane, tuttavia, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha più volte tuonato contro il social media. E all’inizio di agosto ha firmato un decreto per vietare le transazioni con i proprietari cinesi delle app TikTok e WeChat. Ma anche per obbligare ByteDance (la società madre) a vendere la partecipazione nelle operazioni di TikTok negli Usa.

La lettera di Meyer

Mayer ne ha tratto le conseguenze e ha fatto le valigie. Giovedì 27 agosto ha presentato le sue dimissioni. Al suo posto Vanessa Pappas, attualmente direttore generale del social. “Nelle ultime settimane, poiché l’ambiente politico è cambiato drasticamente, ho riflettuto in modo significativo su ciò che richiederanno i cambiamenti strutturali dell’azienda. E su cosa significano per il ruolo globale che ricopro”, ha scritto Mayer in una lettera ai dipendenti apparsa in Rete. “In questo contesto – prosegue la lettera – è con il cuore pesante che volevo far sapere a tutti voi che ho deciso di lasciare l’azienda”. “Capisco – ha aggiunto Meyer – che (…) la gestione di TikTok a livello globale, sarà molto diversa a seguito dell’azione della Casa Bianca per spingere a una vendita delle attività statunitensi”.

La replica dell’azienda

L’ex dirigente ha precisato che la sua decisione “non ha nulla a che fare con l’azienda, con quello che vedo per il nostro futuro o con la fiducia che ho in quello che stiamo costruendo”. Parole che appaiono piuttosto un tentativo di salvare la reputazione di TikTok di fronte a centinaia di milioni di users. Da parte sua, l’azienda ha confermato le dimissioni di Mayer. E ha sottolineato il “pieno rispetto della sua decisione”. “Lo ringraziamo per il tempo trascorso in azienda e gli auguriamo il meglio”, recita una nota.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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